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Scandalo Ue delle lobby green: il centrodestra europeo ottiene una commissione d'inchiesta
Oggi 20-06-25, 09:56
Ormai Socialisti e Verdi contano sempre meno in seno alla Ue. Ieri al parlamento europeo è andata in scena ancora una volta la maggioranza che unisce Popolari, Conservatori e Patrioti con il voto che ha istituito un organismo ad hoc, all'interno della commissione «Cont» che si occupa del controllo dei bilanci, per indagare sullo scandalo delle lobby green. Parliamo dei soldi che sarebbero stati elargiti a mani basse alle ong ambientaliste al fine di condizionare le scelte degli eurodeputati per far passare le politiche "ultra-verdi" della scorsa legislatura. Tutto è nato a gennaio scorso grazie a un'inchiesta giornalistica del quotidiano olandese Telegraaf. Durante il mandato di Frans Timmermans (ex commissario e vicepresidente responsabile per il Green Deal), la Commissione europea avrebbe segretamente finanziato con più di 700mila euro alcune lobby green per condizionare il dibattito pubblico e il voto dei parlamentari europei a favore delle misure ecologiche varate dall'esecutivo comunitario. Secondo le accuse, le ong avrebbero usato alcune risorse del programma "Life" per attività di lobbying, facendo pressioni sui decisori politici (anche tramite «contratti riservati» con Bruxelles) per promuovere le proposte legislative del green deal e difendere gli interessi della stessa Commissione europea. Il programma Life è uno dei più cospicui: vanta un budget di 5,4 miliardi di euro per il periodo 2021-2027 con cui finanziare progetti climatici e ambientali. Tra i primi a chiedere chiarezza è stato Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia e coordinatore Ecr in Commissione Agricoltura al parlamento europeo. Tanto che si è fatto promotore di una raccolta firme, a cui hanno aderito subito circa duecento eurodeputati, per chiedere l'istituzione di una sorte di commissione d'inchiesta. Di pari passo sono continuate ad uscire indiscrezioni che hanno allargato il perimetro dello scandalo. Si tratta di fatti tutti ancora da dimostrare, ma la preoccupazione a Bruxelles è continuata a crescere. Nei giorni scorsi, infatti, la stampa tedesca ha rivelato presunti generosi finanziamenti elargiti dalla Direzione generale Ambiente della Commissione Ue ad alcune associazioni in cambio di azioni dimostrative e campagne di lobbying volte a condizionare l'opinione pubblica e i politici. Non è un caso che dopo il voto di ieri tra i primi ad esprimere soddisfazione sia stato proprio Fidanza: «Dopo la nostra iniziativa nata alcuni mesi fa che ha portato alla mia denuncia in aula e alla raccolta di 200 firme a sostegno della richiesta di istituire questa commissione d'inchiesta, è nato tutto un dibattito che ha portato alla creazione oggi di questo organismo - dice il capodelegazione di FdI in un punto stampa a Strasburgo - Naturalmente è vero che noi avremmo voluto dei poteri di scrutinio maggiori ma questo gruppo di lavoro di controllo andrà a verificare contratto per contratto se ci sono state delle interferenze o addirittura se nei contratti è stato previsto che una parte della prestazione in carico alle ong finanziate dalla Commissione europea era proprio finalizzata alla lobbying nei confronti dei parlamentari, cosa che peraltro pone anche una questione di lealtà istituzionale e di rispetto delle prerogative tra le diverse istituzioni europee. Posso garantire che andremo fino in fondo». Di «lati oscuri da chiarire» parla anche il collega ed eurodeputato di FdI Nicola Procaccini, il quale si dice fiducioso di poter ottenere risultati concreti. Questo organismo d'inchiesta avrà una durata di sei mesi ed Ecr esprimerà uno dei due co-relatori. Essendo un organismo politico dovrà scontare per forza gli equilibri che si formeranno tra i vari partiti. In pratica, tutto dipenderà dalla volontà di andare fino in fondo e dall'atteggiamento che terrà soprattutto il Ppe, che su molti altri dossier vota insieme ai Socialisti.
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