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Spin Time, quel filo rosso che unisce il cappellano delle Ong al centro sociale
Oggi 21-12-25, 07:24
Quel filo rosso o bianco che unisce due grandi temi. Ci riferiamo ai migranti e soprattutto all'emergenza centri sociali, argomenti che, all'apparenza, sembrano essere scollegati, ma, nei fatti, sono più intrecciati di quanto si possa immaginare. Per quanto concerne Roma o meglio lo Spin Time, quell'esperimento di rigenerazione dal basso che, come è stato ben raccontato in una nostra inchiesta, è servito a rianimare soprattutto una sinistra senza riferimenti, c'è un volto che fa da collegamento o meglio da "ink", utilizzando il linguaggio digitale dei nostri giorni. Parliamo di don Mattia Ferrari. Il sacerdote modenese, oltre a essere uno dei più assidui frequentatori del palazzo occupato in via Santa Croce in Gerusalemme è anche il cappellano di Mediterranea Saving Humans, una delle più famose Ong operanti nelle acque nel Mediterraneo. Il suo nome, d'altronde, è consuetudine quando si parla di sbarchi. Basti pensare all'ultimo caso di porto Empedocle in cui sono state soccorse 92 persone, tra cui 31 minori. L'imbarcazione è finita al centro di una querelle molto simile a quella di Open Arms. Nessuno vuole mettere in dubbio la buona fede di chi ha sempre avuto come priorità il prossimo e dunque chi fugge dal mare, ma certamente il sacerdote è simbolo indiscusso di un "modello". Tant'è che quando qualcuno ha provato a calunniarlo tra i primi a insorgere ci sono proprio l'europarlamentare dem Ruotolo e una serie di nomi vicini a quel Pd, che ha sempre utilizzato per scopi, non certamente umanitari, la struttura romana. Lo stesso prete, tra una navigata e l'altra, non ha mai perso occasione per ribadire il proprio sostegno a chi riteneva giusto essere in quell'edificio, pur non essendone il proprietario. «Nessuno di noi – ha sempre detto – vuole rimanere nell'illegalità. Ma l'occupazione nasce come forma di lotta». Parole che combaciano, e non poco, con gli spot dell'europarlamentare, paladina delle occupazioni, Ilaria Salis. Lo stesso pastore cristiano, d'altronde, ha sempre utilizzato le sue amicizie a sinistra per trattare con quel Comune e quel partito che nella struttura organizzava convention o primarie, soprattutto per quanto concerne una sistemazione alternativa degli ospiti. Nella struttura, infatti, ci sono ben 400 persone, di cui 140 famiglie di ben 27 nazionalità diverse. Molte di queste recuperate e salvate per l'intervento dell'Ong di cui Ferrari è cappellano.Ecco perché, pur avendolo fatto a scopi benefici, non è da escludere che il prete possa aver fatto da “ponte” per chi fugge. Tra questi la maggior parte sono certamente bisognosi, ma non è da escludere che ci possa essere anche qualche infiltrato o, peggio, chi, animato da fini poco nobili, abbia sfruttato la situazione. Non è casuale, ad esempio, il fatto che quelli che, oggi, si battono per lo Spin Time sono gli stessi che, fino a qualche giorno fa, gridavano per Mediterranea Saving Humans. Cosa c'è che li unisce? Solo la fede cristiana o, appunto, quel filo rosso che, da più di qualche mese, nella capitale, intreccia strutture occupate, migranti e perché no sicurezza, considerando che, taluni edifici, non sempre controllati, possano rappresentare una residenza a cinque stelle per chi deve agire sottotraccia.
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