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Stefani: "Io in continuità con Zaia e per il sogno autonomia resta solo l'ultimo miglio"
Oggi 19-11-25, 15:25
Mancano quattro giorni al voto in Veneto. Alberto Stefani, candidato governatore per il centrodestra, sa di godere del favore dei pronostici, ma chiede comunque a tutti massima concentrazione. Il suo compito, in caso di vittoria, non sarà facile: dovrà riuscire a non far rimpiangere Luca Zaia. A soli 33 anni candidato governatore di una Regione. Nonno comunista, formazione cattolica. Come si concilia il suo profilo con la storia della Lega? «Sono iscritto alla Lega da quando avevo 15 anni. Veda lei...». Dopo l'esperienza Zaia, lei è il super favorito. Come si vive una campagna elettorale dove tutti ritengono l'esito scontato? «Con umiltà. Tutti abbiamo visto i sondaggi, a urne chiuse conteranno solo i voti veri. Per questo chiedo alla nostra squadra di rimanere concentrata fino all'ultimo secondo». Il suo avversario, Giovanni Manildo, dice che i cantieri strategici in Veneto sono fermi o procedono a rilento, mentre Salvini pensa solo al Ponte sullo Stretto e lei resta in silenzio... «L'ho chiarito dal primo giorno di campagna elettorale: non risponderò ad attacchi e polemiche, ma mi dedicherò solo ai veneti. Quanto alle infrastrutture, per essere seri bisogna prima dire dove si trovano i fondi. Noi un'idea ce l'abbiamo: grazie a mio emendamento al decreto semplificazioni del 2021 e al gran lavoro della squadra di Luca Zaia, dalla primavera prossima sarà possibile creare una holding autostradale veneta, che potrà gestire gli utili della Brescia-Padova e investirli in Veneto. Si parla di 80 milioni all'anno». La presenza in Consiglio regionale di Luca Zaia potrebbe essere “ingombrante” per la sua autonomia decisionale? «Abbiamo scelto uno slogan che rappresenta la nostra visione dell'amministrazione per i prossimi trent'anni: sempre più Veneto. Significa continuità con l'ottimo lavoro di Zaia e della sua squadra, sviluppo dei progetti sul tavolo e coraggio di affrontare le nuove sfide, contando sul sostegno di una coalizione coesa e responsabile. E ovviamente sull'esperienza dello stesso Zaia che, lo ricordo, è al nostro fianco come candidato al consiglio regionale, in tutte le province». Si dice che dopo le elezioni Luca Zaia potrebbe anche prendere il suo posto alla Camera. Tra voi c'è sin dall'inizio un accordo per uno scambio di ruoli? «Assolutamente no. Zaia ama il Veneto e la sua storia personale e politica lo dimostra». Oggi il ministro Calderoli firmerà le pre-intese con Veneto e tre altre Regioni del Nord. Come porterete avanti questo cammino? «Quella del 18 novembre è una giornata storica. Una volta firmate le intese e insediata la nuova Giunta, il Veneto farà ancora una volta la sua parte per compiere l'ultimo miglio. E trasformare il grande sogno dell'autonomia in realtà». Il suo collega di partito Roberto Vannacci sta facendo un mini tour in Veneto ma non ha partecipato all'evento conclusivo della campagna elettorale di oggi. Lo avete escluso? «Figuriamoci... Agli eventi di chiusura partecipano i leader nazionali. È sempre stato così». Pochi giorni fa è nato il Patto per il Nord, nuova formazione di ex leghisti. C'è malcontento nella Lega? «Non commento le iniziative di altri movimenti. Posso solo confermare che la Lega in Veneto è forte e unita». Non è un mistero che Fratelli d'Italia ambisse ad esprimere il candidato governatore in Veneto. Come ha vissuto questa incertezza e com'è il suo rapporto con Giorgia Meloni? «Per Pil, attrattività, cultura e bellezza il Veneto è una delle Regione più importanti d'Europa. E' fisiologico che ciascun movimento ambisca a governarlo con un presidente eletto fra le proprie fila. Detto quanto, sono certo che, come sempre, tutta la colazione sarà unita e leale nei confronti dei Veneti. Il mio rapporto con Giorgia Meloni? La stimo e la rispetto molto».
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