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Tevere balneabile, il video irresistibile di Osho. Gualtieri come Verdone: "Ma 'sto fiume..."
Oggi 12-09-25, 15:27
“Entro cinque anni il Tevere sarà balneabile”. È la promessa fatta ai romani dal primo inquilino del Campidoglio, Roberto Gualtieri. Un desiderio già espresso da tempo e in fase di evoluzione che ha subito richiamato l'attenzione dei cittadini della Capitale. Insomma, tra mezzo decennio a Roma ci si potrà fare il bagno. Altro che mare di Sicilia o di Sardegna, chi non ha mai desiderato di immergersi nelle acque verdi del fiume capitolino? Certo il Tevere attraversa tutta Roma e non sarà facile capire dove conviene tuffarsi o piantare l'ombrellone. Sarà allora che Julia, l'assistente virtuale di cui il sindaco tanto si vanta ma nessuno conosce, potrà indicarci la via. Tra rifiuti, baracche e piste ciclabili costruite a metà solo per togliere parcheggi in nome di un ecologismo sfrenato avremo allora un nuovo vanto tutto a trazione Dem. A bacchettare Gualtieri ci ha pensato Federico Palmaroli, conosciuto da tutti come Osho, attraverso un video satirico che richiama una celebre scena con protagonista Carlo Verdone. Nel filmato - realizzato con l'ausilio dell'AI - spunta il sindaco di Roma alle prese col famoso comizio sul Tevere del film di Carlo Verdone “Gallo cedrone”. Il monologo, chiaramente frutto dell'intelligenza artificiale, gioca sull' l'assurdità della proposta e mostra la distanza tra le vere esigenze dei cittadini e gli slogan “acchiappa consenso”. “Signori, elettori, ma sto fiume, ve piace o non ve piace? Ci serve o non ci serve? Perché se ci serve, allora io lo voglio vivere, lo voglio navigare, ci voglio pure far bagno a vivere. Ma se non ci serve, e io dico che non ce serve, signori, non ce serve, levamolo, sotteramolo, prosciugamolo! Seguitemi bene in questa mia straordinaria intuizione. Al posto del fiume, una lunga lingua d'asfalto, a tre corsie, Los Angeles. Risultato? Due punti e aperte virgolette. Traffico azzerato. Inquinamento disintegrato. Guardo a destra, vedo verde. Guardo a sinistra, arivedo verde. Guardo in alto, vedo e rondini. Senza più l'ombra del gabbiano, non ce so più gabbiani. Eccone uno, vattene ar mare che te l'abbiamo pure ripulito. Guardo davanti, se scorre. Signori, se scorre, finalmente se scorre a Roma”.
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