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Toscana al voto. Per il Giani bis la sfida è Renzi-Conte ma occhio a Tomasi
Oggi 12-10-25, 07:56
L'equilibrista contro la sorpresa: è il cartellone di scena in Toscana, oggi e domani si vota. Il campo largo si presenta con il presidente uscente, Eugenio Giani, l'uomo che è riuscito a schivare tutte le insidie ordite dal Nazareno. Elly Schlein, fino all'ultimo, ha tentato di non averlo tra i piedi, stimolata anche dal fatto di non annoverare candidati governatori riconducibili alla sua maggioranza. Per questo la segretaria dem ne voleva a tutti i costi uno proprio qui. Alla fine, il presidente ha avuto uno scatto di genio: si è autocandidato e ha chiuso la discussione. Lui, chiamato familiarmente come un genere letterario, il Giani, ha reagito come se niente fosse: è rimasto in piedi, sorridente e prolifico. A Firenze si imbuca praticamente a ogni festa di compleanno, tanto da essersi meritato il soprannome di tartina. Resistente a ogni intemperia, è una certezza, come i suoi tuffi nell'Arno, con i mutandoni, ogni primo dell'anno. Lo sfidante è Alessandro Tomasi, nato politicamente a fianco di Giorgia Meloni, uno che l'ha combinata grossa: nel 2017 divenne il primo sindaco di destra nella rossa Pistoia. Apriti cielo, in pratica un'eresia. Ora ci riprova, con il gusto di fare un'altra sorpresa. Non si sa mai, magari ci ha preso il callo. L'ansia da prestazione grava interamente sul Pd, che qui è chiamato a fare il risultato. Impossibile distrarsi, soprattutto dopo le débâcle nelle Marche e in Calabria. Intorno ha una maxi coalizione, ma nessuno lo direbbe. Anche in Toscana i leader di sinistra hanno fatto finta di non conoscersi: mai su un palco insieme, ognun per sé e Giani per tutti. Nel centrodestra si guarderà al segno più: se, e quanto, è cresciuta la coalizione in cinque anni, quando Eugenio Giani sfidò la giovane parlamentare europea leghista Susanna Ceccardi e finì con otto punti di distacco. Il voto toscano, infatti, avrà anche una chiave di lettura interna alle coalizioni. A sinistra ha fatto molto discutere l'apertura al M5S (e ad AVS), in passato all'opposizione. Un ordine partito direttamente dalla segretaria dem, che Giani ha rispettato in modo impeccabile: tappeto rosso per Paola Taverna, l'emissaria di Giuseppe Conte, spedita a Firenze a firmare l'intesa. Nel contratto capestro, anche il reddito di cittadinanza e il no preventivo a qualsiasi nuova infrastruttura. Come vero e proprio antidoto ai 5 Stelle, Matteo Renzi – che in Toscana è di casa – si è inventato la lista civica del presidente, adattata a casa dei riformisti. L'ex rottamatore ha lanciato il guanto di sfida: «Distanziare la lista pentastellata, ce la possiamo fare». Il governatore, che venerdì sera ha incontrato per la prima volta in campagna elettorale Giuseppe Conte, osserva divertito: un'eventuale affermazione di Renzi non gli dispiacerebbe affatto. Nel centro destra occhi puntati sull'eurodeputato Roberto Vannacci: il risultato di via Belle rio, in ogni caso, sarà addebitato a lui. La chiusura di venerdì, con tutti i leader – Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi – in piazza San Lorenzo, pieno centro storico di Firenze, ha pompato l'entusiasmo dei militanti, che lo dicono a bassa voce, ma sperano in un altro colpaccio. Della serie: difficile ma non impossibile. Alle urne sono chiamati 3.007.106 elettori e, come da tradizione, si voterà fino alle ore 15 di lunedì. Oltre a Giani e Tomasi, c'è una terza candidata: Antonella Bundu, alla guida della lista "Toscana Rossa". Per lei una missione quasi impossibile: il quorum è al 5%. La sfida in riva all'Arno è tutta qui: il governatore sopravvissuto alle congiure del Nazareno e il sindaco eretico che vinse a sorpresa.
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