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Transizione energetica: servono pragmatismo e realismo
Ieri 26-08-25, 15:52
Rimini, 26 ago. (askanews) - La transizione energetica è una delle sfide più complesse del nostro tempo. Bisogna trovare l'equilibrio tra ambizione climatica e realismo economico, al cuore delle contraddizioni europee: obiettivi ambiziosi ma tempi spesso irrealistici che rischiano di penalizzare famiglie e imprese. Se ne è discusso al Meeting di Rimini. "Forse manca un po' di pragmatismo, un po' di realismo, che è la dimensione che in questi ultimi 10-15 anni è mancata in questo annoso dibattito sulla transizione energetica - ha spiegato il presidente di Illumia, Marco Bernardi -. Il pragmatismo è la fedeltà ai dati di realtà, cioè dare il primato dei dati di realtà rispetto alle idee, i desideri, i sogni, anche giusti". "Il sistema energetico è complesso - ha ricordato Paolo Arrigoni, presidente di Gse - occorre un approccio olistico e pragmatico: bisogna puntare alla sostenibilità ambientale ma non dimenticarsi di quella economica e sociale, garantire la sicurezza energetica e ridurre la dipendenza energetica che nel nostro Paese è eccessivamente legata". Le rinnovabili rappresentano il 15% della produzione mondiale - sono buone notizie, ma è ancora una montagna da scalare. Contemporaneamente, nel 2024 carbone e petrolio stanno aumentando a livello mondiale. Le emissioni che dovevano essere 20 miliardi di tonnellate sono 37. "Questi sono dati di realtà - ha aggiunto Bernardi - che non si possono negare. C'è un interessante titolo dell'Economist che racconta di un dato spesso taciuto: c'è una domanda inevasa di energia grandissima, cioè il consumo di un cittadino africano è uguale a quello di un frigorifero europeo". Una necessità di dati affidabili che trova riscontro anche nelle preoccupazioni espresse a livello europeo. "Il problema - ha detto l'auroparlamentere Giorgio Gori - è che questa cosa non è semplice da fare. E' auspicabile che Bruxelles trovi flessibilità nell'implementazione e metta risorse economiche, come hanno fatto Cina e Stati Uniti. L'Europa dice cosa fare in modo dirigista ma spesso non fornisce quell'aiuto economico che faciliterebbe la transizione". Adottare un approccio realista non significa rinunciare al cambiamento, ma scegliere strategie che tengano conto dei tempi e delle risorse necessarie. Il realismo tempera e orienta la speranza di una giusta transizione.
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