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Tre operai morti nell'esplosione di un impianto rifiuti a Marcianise
19-09-2025, 20:39
Tre operai sono morti a seguito di un'esplosione in una fabbrica di rifiuti nella zona industriale di Marcianise, nel Casertano, verificatasi nel primo pomeriggio di venerdì 19 settembre. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, la polizia e le ambulanze del 118. L'esplosione La deflagrazione è avvenuta nello stabilimento Ecopartenope, che si occupa di raccolta e stoccaggio dei rifiuti, durante le operazioni di manutenzione degli impianti. I primi rilievi effettuati dai Vigili del Fuoco fanno propendere per un'origine accidentale dell'esplosione, forse innescata da un silos contenente olii esausti e altre sostanze chimiche. Sta di fatto che l'onda d'urto sarebbe stata tale da sbalzare in aria i tre operai. I tre operai morti Le tre vittime sono state ritrovate a distanza di diversi metri dal silos. Secondo quanto apprende l'Ansa, tra le persone che hanno perso la vita a seguito dell'esplosione vi sarebbe anche il titolare dell'azienda. Altri due lavoratori sono rimasti lievemente feriti e un quarto operaio risulterebbe disperso. Al momento non si registrano rischi per gli stabilimenti vicini. Zini (Lega) "Una tragedia enorme la violenta esplosione che si è verificata a Marcianise in un'azienda che si occupa di rifiuti. Quello che ci addolora profondamente è che tre lavoratori abbiano perso la vita e ci auguriamo che il quadro non si aggravi". Così, in una nota, il deputato e coordinatore della Lega in Campania Gianpiero Zinzi ha commentato la drammatica notizia. "In attesa di capire quali sono le dinamiche che hanno provocato la tremenda esplosione, - ha puntualizzato Zini - ci stringiamo alle famiglie e ai loro cari in questo momento difficile". Il dramma della Terra dei Fuochi Intanto nella Terra dei Fuochi continua l'emergenza. Ieri pomeriggio, a Caserta, si è tenuto il vertice con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il ministro della Salute Orazio Schillaci e la viceministra dell'Ambiente Vannia Gava per fare il punto della situazione e pianificare le prossime azioni per la bonifica e il risanamento dell'area. Come emerge da un comunicato diramato dalla Prefettura, in poco più di un mese di attività dall'entrata in vigore del decreto legge “Terra dei Fuochi”, approvato lo scorso luglio dalla premier Giorgia Meloni, ci sarebbe stato un radicale cambio passo rispetto agli anni precedenti. Le forze dell'ordine hanno comminato sanzioni per 1 milione e 780mila euro, controllato oltre 6.000 veicoli, effettuato 155 sequestri, denunciato 148 persone, con 9 arresti. Sul fronte bonifiche, sono stanziati 60 milioni di euro, cifra che dovrà essere impiegata per il risanamento delle aree più compromesse dallo smaltimento illecito dei rifiuti. Infine è stato avviato un progetto di videosorveglianza avanzata del territorio, volto a contrastare lo sversamento abusivo di rifiuti. Interramento dei rifiuti e tumori Nonostante i risultati siano incoraggianti, la Terra dei Fuochi continua ad essere una ferita aperta. Numerosi studi, tra cui quello condotto dallo Sbarro Health Research and organization, hanno dimostrato che esiste un collegamento tra l'interramento illecito dei rifiuti e l'aumento dei tumori in campania. "La Sbarro Health Research Organization, che ora ha una sede anche in Italia, lavora da anni sul fronte dello studio del rapporto tra ambiente e salute nei territori contaminati”, ha spiegato all'Adnkronos l'oncologo Antonio Giordano, a capo dell'istituto di ricerca. “ I risultati - ha puntualizzato l'esperto - non lasciano spazio a dubbi: bioaccumulo di sostanze tossiche nel sangue e nei tessuti umani; diossine nel latte materno (studio Rivezzi); effetti sugli organi riproduttivi (studio Montano); sostanze tossiche nel sangue anche di operatori sanitari (Marfella). Sulla questione è intervenuto anche il ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha sottolineato “l'importanza della prevenzione e la tempestività degli screening” per evitare che altre persone continuino ad ammalarsi, fino a morire.
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