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Trump annienta i giudici e vince alla Corte Suprema: lo smacco per le toghe sullo ius soli
Ieri 27-06-25, 18:17
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha accolto la richiesta del presidente Donald Trump di ridurre la portata dei provvedimenti giudiziari che finora avevano bloccato a livello nazionale il divieto di cittadinanza automatica per i figli nati negli Stati Uniti da immigrati irregolari e visitatori stranieri, secondo il principio dello ius soli vigente in Italia: una delle misure simbolo del secondo mandato di Trump in materia di immigrazione. Con sei voti favorevoli e tre contrari - tutti dei giudici di orientamento progressista - la Corte ha deciso di rinviare il caso ai tribunali inferiori per valutarne gli effetti concreti. La sentenza non entra nel merito della legittimità costituzionale dell'ordine esecutivo firmato da Trump - al centro delle contestazioni da parte di 22 Stati e numerose organizzazioni per i diritti degli immigrati - ma si limita a circoscrivere l'azione dei giudici che ne avevano sospeso l'applicazione su scala nazionale. Nella motivazione della maggioranza, la giudice Amy Coney Barrett scrive che le cosiddette "ingiunzioni universali" (universal injunctions) superano probabilmente i poteri attribuiti dalla legge ai tribunali federali: "I tribunali non esercitano una supervisione generale sull'Esecutivo, ma risolvono controversie nei limiti dell'autorità conferita loro dal Congresso", ha affermato Barrett. Di segno opposto il parere della giudice Sonia Sotomayor, che ha letto un lungo dissenso direttamente in aula, definendo la sentenza una "farsa" destinata a "generare caos per le famiglie dei bambini coinvolti". Il ban sulla cittadinanza automatica, annunciato da Trump nel primo giorno del suo secondo mandato, rappresenta un attacco diretto al principio dello ius soli, sancito dal XIV Emendamento della Costituzione americana. Per decenni, questo diritto ha garantito la cittadinanza a chiunque nascesse su suolo statunitense, indipendentemente dallo status legale dei genitori. L'iniziativa si inserisce in un più ampio pacchetto di misure restrittive portate avanti dalla nuova amministrazione Trump: dal blocco dei visti per cittadini di oltre una dozzina di Paesi, all'accelerazione delle espulsioni, alla sospensione del programma per i rifugiati e alla revoca delle tutele per oltre mezzo milione di migranti regolari. La decisione della Corte segna un punto a favore dell'ex presidente nella sua offensiva contro l'immigrazione, ma riaccende anche un acceso dibattito istituzionale e costituzionale. Il destino della cittadinanza automatica - e dei bambini già nati in queste condizioni - resta ora appeso alle decisioni dei tribunali federali.
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