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Trump su Mamdani: "Colpa dello shutdown". E il neo sindaco di New York fa gioire la sinistra nazionale
Ieri 05-11-25, 22:01
"La notte scorsa non ci aspettavamo una vittoria", ma "abbiamo avuto una serata interessante e abbiamo imparato molto". All'indomani della notte elettorale, davanti ai senatori repubblicani riuniti alla Casa Bianca, Donald Trump ammette la sconfitta. "Lo shutdown è stato un fattore importante, negativo per i Repubblicani. Dobbiamo far riaprire il governo presto, e subito", il suo appello. A bruciare, per la risonanza del risultato, è soprattutto la vittoria del "comunista" Zohran Mamdani a New York. A nulla sono servite le minacce di Trump di chiudere i rubinetti dei fondi federali alla città, né l'endorsement per l'ex governatore democratico dello Stato Andrew Cuomo, che si presentava da indipendente, preferito al repubblicano Curtis Sliwa. Un risultato atteso, quello di New York, così come erano attese le sconfitte dei candidati repubblicani per la carica di governatore in Virginia e New Jersey, per mano delle democratiche centriste Abigail Spanberger e Mikie Sherrill, e l'approvazione del referendum californiano per ridisegnare a vantaggio dei Democratici la mappa elettorale per il Congresso. E tuttavia, nel corso della giornata post elettorale Trump è tornato a puntare il dito solamente contro Mamdani, segno che la sconfitta deve essere stata particolarmente bruciante. "Ieri sera a New York abbiamo perso un po' di sovranità", ha detto parlando all'American Business Forum di Miami, in occasione del primo anniversario della riconquista della Casa Bianca. E ancora, "Miami diventerà presto il rifugio di quelli che scapperanno dal comunismo di New York. Dopo i risultati della notte scorsa la scelta degli americani non potrebbe essere più chiara. Dobbiamo scegliere tra comunismo e buon senso", ha incalzato il presidente. Poco prima, Mamdani, nella sua prima conferenza stampa dopo la vittoria prometteva di "lavorare ogni giorno per onorare la fiducia di cui sono depositario", assicurando che costruirà un'amministrazione "in grado di mantenere le promesse" della campagna elettorale. Difficile stabilire se i risultati di martedì siano indicativi di una tendenza più generale, in vista delle elezioni di midterm del prossimo anno. E tuttavia, è proprio uno dei principali esponenti del movimento Maga a mettere in guardia i Repubblicani. La vittoria di Mamdani a New York "dovrebbe essere un campanello d'allarme", ha detto Steve Bannon in un'intervista a Politico. Per l'ex capo stratega di Trump, sarebbe il messaggio di Mamdami sulla 'affordability', l'insostenibilità del costo della vita, a fare la differenza. "Le persone devono sentire che l'economia sta lavorando per loro". Il programma economico di Trump "è quello giusto. Deve solo essere eseguito. E penso che le persone debbano sentire che viene eseguito", ha detto. Per Trump, a turbare l'anniversario della rielezione ci sono state anche le notizie che giungevano dalla Corte Suprema, impegnata nell'udienza nella quale sono state ascoltate le argomentazioni pro e contro i dazi imposti dal presidente ai partner commerciali degli Usa. La maggior parte dei giudici è apparsa scettica verso le ragioni dell'Amministrazione.
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