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Ucciso e fatto a pezzi, la madre crolla: "Mostruoso". L'alleanza con la nuora e il movente
Ieri 01-08-25, 17:19
Ha ammesso di aver ucciso il figlio, Alessandro Venier, insieme alla nuora, di averlo fatto a pezzi e di averlo nascosto nel bidone in cantina nella casa di Gemona. Ha anche detto come lo ha ucciso e perché, il "suo" motivo per aver fatto una cosa "mostruosa". Lorena Venier ha parlato a lungo con gli inquirenti nel corso dell'interrogatorio davanti al sostituto procuratore di Udine Giorgio Milillo. A lui e agli investigatori ha raccontato cosa avrebbe fatto insieme a Maylin Castro Monsalvo, 30 anni, la nuora, compagna del figlio che la donna ha definito "la figlia che ho sempre avuto avere". Lucida e in sé, ha rivelato i dettagli di quello che sarebbe successo venerdì scorso, ma gli inquirenti aspettano di capire se la versione della donna combacia con quella della 30enne che sarà sentita tra oggi e domani mattina. I rapporti tra madre e figlio sarebbero comunque stati "difficili", motivo che potrebbe essere alla base dell'omicidio. "Ho fatto una cosa mostruosa", ha detto l'infermiera di Gemona del Friuli (Udine), accusata dell'omicidio del figlio Alessandro, trovato a pezzi dentro un bidone nella cantina della sua casa. La donna ha ammesso le proprie responsabilita' di fronte al pubblico ministero. Al momento resta ignoto il movente del brutale omicidio del 35enne, che da pochi mesi era diventato papà di una bambina. Molte risposte, su questo caso, arriveranno dall'esame autoptico sui resti di Venier, che sarà eseguito nei prossimi giorni. In base ai risultati la Procura potrà ricostruire sulla base di elementi scientifici le cause del decesso e la presenza (e la quantità) di eventuali sostanze narcotiche nel sangue. La madre ha rivelato agli inquirenti di essere sempre andata regolarmente al lavoro fino a mercoledì sera. La donna è un'apprezzata infermiera, anche con incarichi di coordinamento, in servizio al Distretto sanitario di Gemona. Dalla sera del delitto il 25 luglio scorso si è sempre presentata al lavoro, come se nulla le fosse accaduto. Il corpo del figlio era stato nascosto in un bidone all'interno dell'autorimessa della villetta, che si trova in uno stabile separato dall'abitazione. Era stato coperto di calce viva per evitare che i miasmi potessero insospettire i vicini di casa. Lorena Venier ha reso "piena confessione" al pm in merito ai fatti a lei addebitati, consapevole del gesto "mostruoso e innaturale" commesso, ha confermato il legale della donna, Giovanni De Nardo. Venier avrebbe agito insieme alla convivente del figlio 35enne, Marilyn Castro Monsalvoa, arrestata con lei. "La mia assistita ha reso ampia confessione al pm che l'ha interrogata ieri sera, ha risposto a tutte le domande e ha anche fornito un movente, che non riferirò", ha detto De Nardo. Secondo quanto ricostruito dalla madre, Alessandro sarebbe stato ucciso venerdì scorso, il 25 luglio. La 61enne "è ovviamente molto scossa e consapevole del suo gesto innaturale e mostruoso", ha aggiunto l'avvocato che oggi vedrà la sua assistita in carcere in quanto "molti aspetti della vicenda devono ancora essere chiariti". "La sua preoccupazione principale - ha riferito ancora De Nardo - è stata quella per il nipote di 6 mesi, consapevole che forse non rivedrà mai più la bambina". L'udienza di convalida dell'arresto dovrebbe tenersi lunedì.
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