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Ultima generazione incatenata al Burger King per il "Giusto Prezzo"
17-04-2025, 13:51
Roma, 17 apr. (askanews) - Intorno alle 13 di giovedì 17 aprile, 5 attivisti della campagna "Il Giusto Prezzo" di Ultima Generazione, sono entrati nel Burger King in piazzale Aldo Moro e 2 di loro, indossando maschere del ministro Lollobrigida, si sono incatenati ai totem del menù elettronico; gli altri hanno aperto degli striscioni con scritto "Il Giusto Prezzo" e "Ultima Generazione", per presentare la nuova campagna il "Giusto Prezzo", parlare con i clienti del fast food e denunciare - si legge nel comunicato di Ultima Generazione - i danni ecologici e di salute che causa il sistema alimentare e di sfruttamento del lavoro promosso da Burger King e più in generale dalla filiera dei fast food. Dopo mezz'ora sono intervenuti agenti della Digos che hanno identificato gli attivisti. Sara, 28 anni: "L'industria della carne, e quindi il sistema dei fast food, viene sostenuto dallo Stato coi nostri soldi, mentre sfrutta lavoratori, intossica i terreni e avvelena i nostri corpi. Chiediamo che il governo smetta di appoggiare gli allevamenti intensivi e le industrie del cibo-spazzatura, a danno di chi fa fatica ad arrivare a fine mese". Un lavoratore italiano di Burger King percepisce un salario mensile ridicolo rispetto alla fatica e ai ritmi massacranti che deve affrontare ogni giorno, denunciano ancora i giovani attivisti. Tanto che solo il 38% dei dipendenti della multinazionale americana è soddisfatto del proprio stipendio, aggiungono gli attivisti. Non si può inoltre ignorare il fatto che parliamo di cibo ultra-processato, pieno di aromi sintetici, studiato per creare dipendenza e prodotto da un sistema che devasta l'ambiente, sottolineano. Deforestazione, allevamenti intensivi, spreco di risorse: tutto per continuare a vendere hamburger a basso costo a discapito del pianeta. Quello di Burger King è un cibo che fa ammalare di obesità e di diabete, prodotto con lo sfruttamento delle risorse naturali, dei grandi allevamenti intensivi, con enormi emissioni di CO2, con scarso rispetto del benessere animale, e dei lavoratori del settore agricolo in tutto il pianeta, conclude il testo.
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