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Un boato ed un colpo secco, poi la grande paura: i testimoni dai Campi Flegrei
Oggi 30-06-25, 17:34
"E' iniziato con un suono profondo, come un colpo arrivato da sotto. Poi, il tremore. Non ci ho pensato due volte: ho afferrato le chiavi e sono uscita". Angela abita a Bacoli, a pochi metri dal mare. E' lì che oggi, poco prima dell'una, la terra ha tremato con una magnitudo di 4.6. Una scossa netta, riconoscibile, percepita da tutta la zona flegrea e dai quartieri occidentali di Napoli. "Il pavimento ha oscillato. Ma prima, c'è stato quel rumore. Lo stesso che sento ogni volta, solo più profondo. E' il segnale che qualcosa si muove - racconta Luca, studente universitario nel quartiere napoletano di Fuorigrotta - ormai lo riconosci, anche se speri sempre che non torni". C'è chi ha sentito il vetro vibrare, chi ha visto le lampade oscillare, chi non ha avuto nemmeno il tempo di capire. "Ero al telefono, ho sentito un tonfo, poi la sedia si è spostata sotto di me. Ho guardato mio marito, e senza dire nulla ci siamo alzati insieme", dice Maria, che vive a Pozzuoli. A Pianura, altro quartiere periferico di Napoli, Roberto stava lavorando da casa: "Il monitor ha tremato, la libreria ha fatto un suono secco. Ho pensato subito al terremoto. Sono andato alla finestra: la strada era piena di gente che usciva piano, come se fosse tutto già previsto". Chi ha vissuto il terremoto degli anni Ottanta racconta di una sensazione familiare. "Questa non è la paura che ti blocca. E' qualcosa che conosci. Ma ogni volta che torna, ti prende alla gola", spiega Salvatore, pensionato. "Qui non si dimentica nulla", aggiunge. Nelle chat di condominio si rincorrono messaggi rapidi: "Tutto ok?", "Quanto sarà stata?", "L'avete sentita anche voi?". Teresa, 44 anni, ha lasciato l'ufficio appena ha capito. "Non c'è stato panico, ma tutti avevamo lo stesso sguardo. Quello che ti viene quando la terra si muove sotto i piedi", rileva. Molti parlano di un "boato", altri di un "rombo sordo", qualcuno semplicemente di un "colpo". Ma tutti lo vivono allo stesso modo, come un avvertimento. "E' da un po' che non si sentiva nulla di così forte. Lo sentivi nell'aria che sarebbe tornata. Non sai quando, non sai come. Ma succede", scrive Anna in un gruppo WhatsApp. E alla fine, succede davvero. La scossa finisce, la terra si ferma, ma resta una scia lunga, invisibile. Quella che attraversa il silenzio dopo il suono, il vuoto dopo il movimento. "Non è panico - dice Nino, che abita al settimo piano in zona Soccavo a Napoli - è attenzione. E' vivere su una soglia. E sapere che, qui, niente è mai davvero fermo".
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