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Un futuro in bilico: Democrazia, Autorità e Processi Globali al Convegno della Sapienza
Oggi 17-06-25, 17:41
La democrazia non è un'eredità da conservare, ma un'opera collettiva da ricostruire ogni giorno. Lo vediamo attorno a noi: la geopolitica torna a parlare il linguaggio dei conflitti, le tecnologie anticipano le leggi, la fiducia sociale si sgretola sotto il peso della disinformazione, e nuovi poteri, spesso opachi e senza volto, si insinuano nelle pieghe della sovranità. Eppure, proprio in questo scenario incerto e instabile, affiora con più forza il bisogno di responsabilità e di pensiero lungo. La democrazia è sotto pressione, sì, ma resta il solo orizzonte in cui possiamo costruire libertà, giustizia, partecipazione. Serve però un nuovo lessico, nuove istituzioni, nuove coscienze. E soprattutto, nuove generazioni pronte a prendersene cura. È da qui che nasce il primo Convegno Annuale organizzato dalla Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione della Sapienza, dal titolo “Democrazia, Autorità, Processi Globali”, tenutosi il 12 e 13 giugno 2025. In un mondo attraversato da guerre, migrazioni, trasformazioni economiche e tecnologiche senza precedenti, il concetto di autorità democratica non può più essere dato per scontato. Oggi il potere si muove in spazi nuovi: nei codici dell'intelligenza artificiale, nei protocolli delle valute digitali, nei flussi delle piattaforme digitali, dove si prendono decisioni fondamentali al di fuori dei tradizionali canali istituzionali. Tutte le sessioni hanno offerto un'analisi approfondita e multidisciplinare delle sfide che la democrazia contemporanea si trova ad affrontare in un contesto globale in rapida e costante evoluzione. Gli interventi delle varie sessioni hanno tracciato un quadro complesso, in cui i concetti di autorità, legittimità, rappresentanza e influenza assumono nuove forme e pongono interrogativi urgenti. La sessione "Democrazia, Diplomazia e Poteri Globali" ha messo in luce la riconfigurazione profonda dei poteri su scala planetaria. Oggi la diplomazia è chiamata a confrontarsi con una molteplicità di attori, logiche economiche e tecnologiche pervasive, e crisi sistemiche che trascendono confini e giurisdizioni. L'interdipendenza globale non è più una teoria, ma una condizione quotidiana, dove i nodi della diplomazia internazionale si intrecciano con le fragilità delle democrazie e i limiti delle architetture istituzionali del secolo scorso. Domande cruciali sono state poste: qual è lo spazio della diplomazia in un ordine globale in transizione? Come si misura l'autorità democratica rispetto a poteri che sfuggono alla rappresentanza? Quali sono le forme, antiche e nuove, dell'influenza globale? La partecipazione di figure di spicco come Giuliano Amato e Sabino Cassese ha arricchito il dibattito, fornendo chiavi di lettura innovative. La sessione sul "Rapporto annuale dell'Istat", ha evidenziato il ruolo cruciale dei dati nelle democrazie contemporanee. Il Rapporto Istat, più che un semplice documento tecnico, è una "radiografia sociale del Paese", capace di raccontare le traiettorie collettive e le fratture invisibili della società. In un'epoca in cui la fiducia nei numeri è minacciata dalla manipolazione, l'Istat rappresenta un presidio di rigore e trasparenza. La discussione ha superato la mera presentazione dei risultati, interrogandosi sulle implicazioni politiche che ogni dato rileva, trasformando la statistica pubblica da strumento di descrizione a leva di trasformazione sociale e istituzionale. "Le Repubbliche Italiane", tema di un'altra sessione, ha invitato a guardare la democrazia italiana come un processo in divenire. Dal dopoguerra ad oggi, l'Italia ha attraversato diverse forme di Repubblica, ognuna con i suoi linguaggi, regole e promesse politiche. Ciò che rimane decisivo, tuttavia, è il modo in cui la cittadinanza si sente rappresentata, ascoltata e coinvolta nei processi decisionali. La sessione ha analizzato il processo di mutazione del rapporto tra rappresentanza e partecipazione, tra media e istituzioni, tra cittadino e Stato, sottolineando la necessità di nuove grammatiche del consenso in un tempo di crescente distanza tra istituzioni e cittadini. La digitalizzazione della finanza è stata al centro della sessione "Euro Digitale, Cripto-mercati e Processi Globali". La progressiva smaterializzazione del denaro e la trasformazione dell'infrastruttura monetaria globale, con l'emergere di criptovalute e il progetto di euro digitale, stanno generando profonde trasformazioni nei mercati e negli equilibri macroeconomici e geopolitici. Le scelte normative e tecnologiche attuali plasmeranno gli equilibri futuri tra autorità pubbliche, mercati e cittadini, in un contesto dove il potere di definire standard e regole monetarie è oggetto di competizione geopolitica. La parità di genere e la rappresentanza femminile nelle istituzioni sono state le tematiche affrontate nella sessione "Donne e Istituzioni" a cui hanno partecipato autorevoli relatrici come il Ministro Maria Elisabetta Casellati, la Giudice costituzionale Maria Rosaria San Giorgio, il Prefetto e capo di gabinetto del Ministero dell'Interno Maria Teresa Sempreviva, la Consigliera della Corte di Cassazione Maura Caprioli e la Consigliera della Corte dei Conti Paola Briguori. La discussione ha evidenziato non solo la necessità di garantire equa rappresentanza nei luoghi di potere, ma anche l'urgenza di rimuovere gli ostacoli che ancora limitano il pieno riconoscimento del talento femminile. È stato ribadito che l'uguaglianza di genere non è solo una questione di giustizia, ma anche di crescita economica e competitività internazionale, sottolineando come non esista futuro per un Paese che non valorizza il talento delle donne e come la vera parità sia un diritto da realizzare, non solo da proclamare. È stato un confronto sul valore del potere femminile, ma anche sulla distanza che ancora separa merito e riconoscimento. Perché parlare di democrazia oggi significa anche parlare della sua incompletezza di genere. Il rapporto tra "Democrazia e Impresa" è stato il focus un'altra sessione. In un'epoca in cui le frontiere tra sfera pubblica ed economica si fanno sempre più fluide, l'impresa incide profondamente sulla società, sulle istituzioni e sull'ambiente. Le democrazie devono confrontarsi con poteri globali, spesso senza mediazioni politiche o responsabilità dirette. Domande cruciali si sono poste: può la democrazia governare l'impresa senza soffocarla? E può l'impresa contribuire al rafforzamento della democrazia senza condizionarla? La transizione digitale, la crisi ambientale e la crescente richiesta di accountability sociale hanno aggiunto ulteriori complessità a questo nodo cruciale. La sessione "Intelligenza Artificiale, Società e Ordine Giuridico" ha esplorato una delle trasformazioni più decisive del nostro tempo. L'intelligenza artificiale, ormai parte integrante della vita quotidiana, incide sulle relazioni, modifica le forme di partecipazione e ridisegna le gerarchie del sapere. La sfida inedita per il diritto è regolare decisioni prese da sistemi non umani, spesso opachi. È stato sottolineato come sia fondamentale garantire che l'IA rispetti i principi fondamentali dello Stato di diritto, assicurando tutele ai cittadini in un ambiente digitale governato da logiche algoritmiche. La necessità di un dialogo interdisciplinare tra giuristi, informatici, economisti e studiosi della società è apparsa più che mai impellente. In altre sessioni sono stati affrontati argomenti molto attuali come la guerra e la diplomazia, le migrazioni, la disinformazione e la partecipazione democratica, con studiosi e testimoni capaci di illuminare i punti di frizione tra società e potere. In sintesi, il Convegno della Sapienza ha offerto una panoramica critica delle sfide che democrazia e autorità devono affrontare nell'era dei processi globali. Dalla diplomazia all'intelligenza artificiale, passando per l'economia digitale e le questioni di genere, ogni sessione ha contribuito a delineare un futuro in cui la capacità di adattamento, la consapevolezza critica e la cooperazione interdisciplinare saranno essenziali per costruire società più giuste e sostenibili. Il Convegno ha sottolineato come non si tratti solo di analizzare, ma di comprendere dove stiamo andando e, soprattutto, di orientare questi processi per non rinunciare alla possibilità di un futuro democratico. Oggi più che mai, serve una nuova alleanza tra conoscenza e responsabilità. Tra istituzioni e cittadini. Tra università e società. E i protagonisti di questa alleanza non possono che essere i giovani. Sono loro — con la loro energia, le loro domande, le loro inquietudini — a poter rigenerare la democrazia. La democrazia non è solo un diritto da rivendicare. È un'opportunità da costruire. Un futuro da immaginare. Una promessa da mantenere. E la cultura, se condivisa e coltivata, può essere il luogo dove tutto questo prende forma. L'università c'è. E ci sarà sempre. Con la sua libertà, il suo rigore, il suo coraggio. Perché la democrazia ha bisogno di pensiero e il pensiero ha bisogno di futuro. La democrazia non si difende solo con le regole, si difende con le idee. E oggi più che mai abbiamo bisogno di idee che sappiano parlare al mondo che cambia, di pensiero lungo in un'epoca dominata dall'emergenza, di una università che sia ponte e fonte d'ispirazione per una società più libera e pacifica.
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