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Ursula, ci hai fatto “due Pro Pal”. Ora mette sanzioni pure a Israele
Oggi 18-09-25, 09:11
Stretta tra la pressione di un numero sempre maggiore di Stati membri, delle forze progressiste al Parlamento europeo e dai movimenti di sinistra che scendono in piazza, la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen si è decisa a fare qualcosa. A solo una settimana dalla promessa pronunciata nel Discorso sullo Stato dell'Unione l'Esecutivo Ue ha messo in piedi una serie di misure contro Israele, che dovranno tuttavia superare il vaglio, non scontato, degli Stati membri al Consiglio. Bruxelles propone di sospendere alcune disposizioni commerciali dell'Accordo di associazione tra l'Ue e Israele, nonché, sulla scia di quanto già fatto dal Regno Unito, di comminare sanzioni ai due ministri estremisti del governo israeliano: quello per la Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir, e per le Finanze, Bezalel Smotrich, così ai coloni violenti della Cisgiordania: tre individui e sei entità. Si propongono poi sanzioni ad altri dieci membri di Hamas. La Commissione sospende inoltre il suo sostegno bilaterale a Israele, ad eccezione del sostegno alla società civile e a Yad Vashem. Concretamente, si tratta di circa 6 milioni di euro all'anno nell'ambito dello strumento «Global Europe» per il Vicinato, lo sviluppo e la cooperazione, e di 14 milioni di euro in totale nell'ambito dei progetti di cooperazione istituzionale bilaterale, e nel quadro dei cosiddetti «Accordi di Abramo». Le misure sono state accolte con freddezza e persino con un sentimento di "scusa" espresso dall'Alta rappresentante Ue per la politica estera, Kaja Kallas: «Voglio essere molto chiara: l'obiettivo non è punire Israele. L'obiettivo è migliorare la situazione umanitaria a Gaza, che è insostenibile». Le misure sul commercio sono di fatto una sospensione solo delle tariffe preferenziali che l'Ue aveva adottato verso Tel Aviv, che riguardano "il 37% delle esportazioni totali nell'Ue provenienti da Israele. «Su uno scambio commerciale di 15,9 miliardi di euro, si tratta di circa 5,8 miliardi di euro di merci che saranno interessate con un importo di dazi aggiuntivi che dovrebbero aggirarsi intorno ai 227 milioni di euro», riferisce un funzionario Ue. In sostanza, non si interrompono i rapporti commerciali, ma si elimina il trattamento preferenziale di zero dazi su una parte del commercio per tornare alle tariffe del Wto, in base al principio della nazione più favorita. Ora il Consiglio deve adottare tale decisione a maggioranza qualificata: al momento sembrerebbe non esserci ancora, con l'Italia e la Germania che, stando a dichiarazioni passate, non ancora convinte della misura. Tel Aviv, con la quale la Commissione è state sempre in contatto, non ha preso bene le iniziative. «Sono moralmente e politicamente distorte, e c'è da sperare che non vengano adottate come è avvenuto finora», è il commento del ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar. Mentre uno dei due ministri estremisti, Smotrich, ha definito Gaza una «miniera d'oro immobiliare» e si è detto in trattative con gli americani su come dividerla dopo la guerra. Le misure proposte dalla Commissione Ue sembrano di fatto più un'azione politica che una ritorsione economica. Una linea che dettata dalla von der Leyen rappresenta una spallata «vitale» per i due governi europei in bilico, quello di Pedro Sanchez in Spagna e quello di Emmanuel Macron in Francia. Il primo che ha già messo in atto un vero e proprio boicottaggio contro Israele, il secondo che ha annunciato proprio ieri che lunedì prossimo la Francia voterà il riconoscimento della Palestina. Di fatto una vittoria per Hamas. Intanto, prosegue l'operazione dell'esercito israeliano a Gaza City. Stando a fonti mediche, oggi si registrano 62 morti, di cui almeno 40 uccisi a Gaza City. Ucciso anche un membro dello staff di Medici Senza Frontiere a Gaza. Secondo una nuova stima delle forze armate israeliane, circa 400.000 palestinesi avrebbero finora evacuato la città.
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