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"Vergognoso ric0noscere la Palestina". Netanyahu nega il genocidio a Gaza
Ieri 26-09-25, 20:58
Benjamin Netanyahu l'aveva promesso imbarcandosi sull'aereo per andare negli Usa: "All'Onu dirò la nostra verità". E così è stato. Nei circa 40 minuti di discorso al Palazzo di Vetro a New York ha rivendicato la sua linea su tutto non arretrando su nulla: ha respinto le accuse di genocidio a Gaza definendole "infondate" e accusato Hamas per la fame nella Striscia, ha puntato il dito contro i leader che hanno riconosciuto lo Stato palestinese parlando di "decisione vergognosa", dichiarando che questa mossa incoraggia i terroristi, e ha sostenuto che, a non credere nella soluzione a due Stati, sono gli stessi palestinesi. Poi la promessa che non si fermerà: a Gaza "Israele deve portare a termine il lavoro" contro Hamas "e dobbiamo farlo nel modo più rapido possibile". L'arrivo di Netanyahu sul podio è stato accolto da molti fischi, misti ad applausi, e decine di delegati hanno lasciato l'aula in segno di protesta. Il boicottaggio "riflette l'isolamento di Israele", ha commentato successivamente Hamas. L'intervento all'Onu è giunto mentre nella Striscia si continua a morire: sono 47 i morti negli attacchi israeliani dall'alba di ieri, la maggior parte dei quali nell'offensiva di Gaza City. Il tono di Netanyahu è stato di sfida, noncurante delle critiche internazionali, che ha anzi bollato come "bugie antisemite". "I leader occidentali possono aver ceduto alla pressione ma vi garantisco una cosa: Israele non lo farà". Ha esordito mostrando una cartina intitolata 'La maledizione', da lui definita "la mappa dell'Asse del terrore dell'Iran". "Questo asse minacciava la pace del mondo intero, la stabilità della nostra regione e l'esistenza stessa del mio Paese, Israele", ha detto, usando un pennarello per indicare dove il suo Paese è intervenuto, da Gaza allo Yemen, dal Libano all'Iran. Illustrando il nuovo volto del Medio Oriente che dichiaratamente persegue. Poi ha indicato una spilla con un QR code appuntata alla sua giacca: "Vedete questa grande spilla qui? È un codice QR. Quello che vi chiedo di fare è avvicinare il vostro telefono, ingrandire l'immagine e anche voi capirete perché lottiamo e perché dobbiamo vincere. È tutto qui dentro", ha detto citando il massacro del 7 ottobre. La sua voce è stata trasmessa nella Striscia con altoparlanti che lui stesso aveva chiesto all'Idf di installare. "Ho chiesto di mettere a Gaza degli altoparlanti sperando che gli ostaggi possano sentire questo mio messaggio. Ai nostri coraggiosi eroi dico: il popolo di Israele resta con voi, non ci fermeremo finché tutti voi non sarete tornati a casa", ha detto prima di chiedere a Hamas di deporre immediatamente le armi e rilasciare tutti e 48 gli ostaggi ancora a Gaza. Dei 20 di loro che si ritiene siano ancora in vita ha letto i nomi. Ma il suo discorso non è stato sentito solo dagli ostaggi, l'intento era anche di trasmetterlo ai palestinesi. E secondo l'ufficio di Netanyahu l'Idf avrebbe anche "preso il controllo dei telefoni" dei residenti di Gaza per farlo. Il premier ha sostenuto che Israele a Gaza fa di tutto per evitare le vittime civili e per sfamare la popolazione, accusando invece Hamas di usare i civili come scudi umani e di rubare gli aiuti umanitari. "Israele è accusato di colpire i civili in maniera deliberata ma non è vero. Un Paese che commette un genocidio esorterebbe mai la popolazione ad andare via? I nazisti hanno forse chiesto agli ebrei di andarsene?", ha detto. Un ringraziamento l'ha rivolto a Donald Trump, "per la sua azione decisa e coraggiosa contro l'Iran". "Siamo molto vicini a un accordo su Gaza", ha detto il presidente Usa parlando con i giornalisti alla Casa Bianca, aggiungendo che l'intesa "riporterà indietro gli ostaggi, metterà fine alla guerra e porterà la pace". Un incontro fra Netanyahu e Trump è in programma per lunedì.
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