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Vitalizi, Lucaselli: (Fdi): «Conte non faccia propaganda, nessuna vittoria politica»
Oggi 18-07-25, 16:22
«Sbagliato parlare di vittoria politica. Conte non faccia propaganda». A dirlo è Ylenja Lucaselli, presidente del Collegio d'Appello della Camera dei Deputati. Perché il Movimento commette un errore ad attestarsi questo risultato? «Il Collegio dei Garanti agisce in piena autonomia e indipendenza. Parliamo di un organo composto da cinque membri appartenenti a forze politiche diverse (Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico). Il nostro unico obiettivo è valutare le questioni sottoposte al nostro esame alla luce del diritto interno, delle sentenze della Corte Costituzionale e dei principi fondamentali dell'ordinamento». Qualcuno, però, ha cercato di far passare l'idea che il partito della premier volesse rivedere quanto fatto dal precedente esecutivo per farsi degli “amici che contano”… «I fatti dimostrano che non è affatto così. Il nostro partito, basta leggere i giornali degli ultimi anni, è stato tra i primi a confermare il suo “no” ai vitalizi. Meloni lo ha esplicitato in tempi non sospetti, prima che lo stesso Conte arrivasse a Palazzo Chigi. Non è vero, quindi, che il Movimento 5 Stelle “ha vinto la battaglia contro i vitalizi”. A chi ci accusa, poi, di non aver avallato una battaglia, voglio ricordare che non esistono dichiarazioni di esponenti di Fratelli d'Italia a favore del ripristino dei vitalizi. Detto ciò, vogliamo distinguerci per la nostra serietà e, quindi, riteniamo di aver fatto soltanto quanto previsto dalla legge». Non c'è stato, dunque, alcun confronto acceso nell'organo che presiede? «Assolutamente no! Il Collegio ha approfondito e discusso serenamente su tutte le questioni giuridiche sollevate dagli appellanti incidentali ed ha valutato norme, precedenti statuizioni e la loro corretta interpretazione e attuazione». Non è stata asfaltata, quindi, la “casta”? «Utilizzare questo termine, oggi, mi sembra anacronistico. Nel 2025 non esiste alcuna casta. Gli anni 80 sono passati da un pezzo. Fare politica adesso è una scelta che richiede dedizione e soprattutto tanto sacrificio. In questo particolare caso parliamo di ex parlamentari che si ritenevano lesi in un proprio diritto. Noi siamo stati chiamati a decidere sulla sussistenza o meno di tale lesione, tenendo conto di una disposizione interna del 1968 che, come è giusto che sia, aveva come obiettivo quello di garantire “la dignità” per chi ha rivestito un ruolo istituzionale. Il diritto dell'an è fatto salvo. È cambiato il quantum». Analizzando le domande si può notare come gran parte dei richiedenti provenga da sinistra. Perché la destra avrebbe dovuto sposare una causa per sostenere chi, nei fatti, la critica ogni alba e tramonto? «Anche per tale ragione chi ci critica dovrebbe provare imbarazzo. Questo tipo di riflessioni, comunque, da presidente di un organo collegiale, non le ho mai fatte. Ho letto tutti i ricorsi, e mi sono soffermata sul merito mai su chi li avesse presentati». I “tagli”, intanto, restano un tema sempre attuale. A suo parere in quale comparto bisognerebbe effettuare delle utili decurtazioni? «Bisognerebbe tagliare innanzitutto le procedure amministrative. Questo è un vero risparmio per lo Stato. Tagliare un po' di burocrazia sarebbe certamente un qualcosa di positivo, così come snellire qualche procedura e renderla più veloce».
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