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Zucchero Sugar Fornaciari, 70 anni da re del blues
Ieri 25-09-25, 08:33
A cavallo tra l'Emilia e il blues. Zucchero «Sugar» Fornaciari ha realizzato l'incastro perfetto tra melodia italiana, ritmi e sonorità d'Oltreoceano. Una sottile e carsica malinconia immersa e rivitalizzata dalla voce roca e intensa. Arrangiamenti che hanno trainato successi planetari. Punto di incontro tra la pianura e Joe Cocker. Anche se, come spesso accade, a Sanremo non se ne sono accorti subito. Ma Zucchero rinfrescherà le idee all'Arena di Verona dove festeggia il suo compleanno sul palco: 70 anni di musica vissuta intensamente. Dagli esordi faticosi ai lavori per sbarcare il lunario. Fino al successo globale conquistato con i denti tra mille difficoltà. Zucchero ha scelto di festeggiare a modo suo: trasformando l'Arena di Verona nella sua casa per dodici notti, con un concerto che cadrà proprio nel giorno del suo compleanno, il 25 settembre. La prima data, martedì scorso, ha dato il via a una celebrazione che non è solo un traguardo anagrafico ma il punto d'osservazione privilegiato su una carriera con pochi eguali. Nato a Roncocesi nel 1955, Adelmo Fornaciari deve il suo pseudonimo a una maestra delle elementari che lo definiva «dolce come lo «zucchero». Da quel soprannome è nata una stella. Con oltre 60 milioni di dischi venduti (di cui 8 milioni solo con «Oro, incenso & birra») Zucchero non è semplicemente una popstar ma un vero e proprio ambasciatore della musica italiana nel mondo. La sua storia è costellata di primati: è stato il primo artista occidentale a esibirsi al Cremlino dopo la caduta del Muro di Berlino e, ad oggi, resta l'unico italiano ad aver calcato il palco del Festival di Woodstock nel 1994. Ma la sua carriera si misura anche e soprattutto attraverso i ponti che ha saputo costruire. Come l'ideazione, nel 1992, del Pavarotti & Friends insieme a Luciano Pavarotti: un gala di beneficenza che unì per la prima volta pop e lirica, dando vita a un evento trasmesso in mondovisione e replicato per un decennio. Il suo impegno umanitario l'ha visto protagonista di tutti gli eventi per Nelson Mandela, del Freddie Mercury Tribute, del Net Aid organizzato da Bono a New York e di due edizioni del Rainforest Fund di Sting. Il suo nome è sinonimo di collaborazioni. Da Miles Davis a Eric Clapton, da Ray Charles a B.B. King, passando per Sting, Bono, Joe Cocker, Peter Gabriel, Mark Knopfler e Queen. Momenti impressi nella storia, come il concerto alla Royal Albert Hall del 2004 (con ospiti Clapton, Brian May e Pavarotti), la nomination ai Grammy nel 2007, e il live a L'Avana nel 2012, definito il più grande mai tenuto da un artista straniero a Cuba con oltre 80mila persone. Non l'ha fermato neanche la pandemia. Le sue esibizioni in un Colosseo deserto e in una spettrale piazza San Marco a Venezia sono immagini che hanno fatto il giro del mondo, così come il duetto «September» con l'amico Sting. Gli ultimi anni l'hanno visto esplorare nuove strade con il progetto acustico «Inacustico», l'album di cover «Discover» e persino il doppiaggio nel film d'animazione «Sing 2». Sul palco «Sugar» è ancora instancabile. Ha celebrato i 40 anni di carriera nella sua Reggio Emilia (di cui è diventato anche cittadino onorario), è tornato ad aprire i concerti dei Rolling Stones e ha sorpreso il pubblico di San Siro duettando con i Coldplay. Fino al recente «Overdose d'Amore World Tour» che ha ribadito la potenza di un repertorio senza tempo, capace di dialogare con le nuove generazioni, come dimostra la versione del suo brano realizzato con Salmo. Fino all'8 ottobre i dodici concerti in programma all'Arena di Verona non sono, quindi, una semplice festa di compleanno. A suonare con lui una band composta da Polo Jones (direttore musicale, basso), Kat Dyson (chitarre), Peter Vettese (hammond, piano e synth), Mario Schilirò (chitarre), Adriano Molinari (percussioni), Nicola Peruch (tastiere), Monica Mz Carter (batteria, percussioni), James Thompson (fiati), Lazaro Amauri Oviedo Dilout (fiati), Carlos Minoso (fiati) e Oma Jali (corista). L'Arena di Verona brinderà ai primi 70 anni. Il suo pubblico è pronto anche a guardare il film documentario in onda in prima serata su Rai3. E si farà travolgere. Ancora una volta. A ritmo di blues.
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