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15enne suicida, la telefonata di Meloni alla madre: una storia atroce
26-03-2025, 14:42
Il telefono squilla. «Pronto?». «Pronto, Mirna. Sono Giorgia Meloni». Pensava fosse uno scherzo, e invece... Il 5 ottobre scorso, la figlia Dea, appena 15 anni, si è suicidata «per motivi incomprensibili» sui quali si allunga l'ombra «di un utilizzo non corretto dei social». Lei, la madre, Mirna Mastronardi, il 7 marzo, alla vigilia della Giornata della Donna ha scritto una lettera al premier Meloni, che lunedì le ha telefonato. «Mi ha parlato - ha raccontato in un post su facebook la mamma - da donna, da figlia e da madre. E da premier di questo Paese. Ha ascoltato il mio pianto ed ha avuto per me parole di vicinanza e affetto, usando una umanità ed una delicatezza che mi hanno commossa». Mirna vive a Policoro, città della costa jonica materana, in Basilicata, ed è una donna molto conosciuta. Soprattutto perché ha fondato l'associazione “Agata-Volontari contro il cancro”: il suo impegno è stato riconosciuto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che l'ha insignita nell'aprile del 2023 del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana «per aver intrapreso attività di volontariato volte al sostegno dei pazienti oncologici garantendo loro il diritto alle cure necessarie». Dopo la tragedia del suicidio della figlia, Mirna ha creato un'altra associazione, “Dea per sempre”. Nella lettera «le ho parlato ha scritto nel post che ha ricevuto centinaia e centinaia di commenti di vicinanza e di commozione di me, della mia vita difficile e di Dea. Tanto, tantissimo di Dea. Le ho parlato delle mamme che piangono i propri figli che hanno scelto di volare altrove per motivi incomprensibili, sui quali si allunga la lunga ombra di un utilizzo non corretto dei social, in una società in cui tutto è apparenza e poco spazio è lasciato all'essere». E ancora: «Ho scritto con il cuore in mano, raccontando le difficoltà degli adolescenti e quelle di una donna single capofamiglia con un piccolo lavoro part-time». Durante la telefonata col presidente del Consiglio, «nella confusione delle mie lacrime le ho dato del “tu” e non ricordo nemmeno se io sia riuscita a ringraziarla, ma ho nel cuore e nella mente l'impegno che lei ha assunto con me e di cui la ringrazio infinitamente». Mirna ha poi spiegato: «Sono pronta a combattere nel nome della mia Dea, a favore di tutti i giovani come lei. E se chi è a capo dell'Italia è sensibile a questo tema, allora questa difficile e dolorosa battaglia può davvero essere vinta. Ci sono valori e temi che non hanno colore politico. E dolori che una donna comprende e avverte nel profondo, prima di altri e con più coinvolgimento di altri. Tutto questo io l'ho sentito nel cuore, con forza e delicatezza, ieri sera, attraverso nostra telefonata». Per poi concludere il suo intervento sui social così: «E sono certa che, idealmente, mentre mi parlava, lei, Presidente Meloni, mi abbia stretta forte». Uno scambio epistolare e telefonico di grande intensità emotiva che dimostra l'assoluta vicinanza ai cittadini da parte del premier.
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