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Cultura e Spettacolo
"Andata e ritorno", sul treno come set per raccontare storie di tutti i giorni
23-10-2025, 15:51
"Quante storie trasportano i treni" cantava Renato Zero in una delle tante canzoni che negli anni sono state ispirate da locomotive e vagoni. Stavolta però le Frecce (ma anche gli Intercity e i Regionali) hanno conquistato il grande schermo della Festa del Cinema di Roma grazie al bel docufilm Andata e ritorno, realizzato da Gruppo Creativo Multimedia per Ferrovie dello Stato Italiane, scritto e diretto da Roberto Campagna ed Elena de Rosa. Il treno diventa così al tempo stesso set e metafora di vita, strumento di connessione per raggiungere un lavoro, un sogno, un’occasione di libertà o di futuro. Andata e ritorno è un documentario corale che racconta, attraverso il montaggio alternato, il viaggio di sei passeggeri alle prese con le gioie e le difficoltà quotidiane. Storie di un’umanità pendolare dove il treno non rappresenta più solo un mezzo di trasporto, ma un’opportunità di incontro e scoperta, motore di realizzazione, rivincita e affermazione personale. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44692574]] Il viaggio di Anna Maria Natale, insegnante precaria che dalla provincia di Caserta ogni giorno si dirige verso Roma per insegnare, si intreccia a quello di Alex Cesca, ragazzo con sindrome di Down di Civitanova Marche, che grazie al treno riscopre la propria autonomia per raggiungere quotidianamente il lavoro. Il percorso di Yakuba Camara, promessa del calcio che fa il pendolare per andare ad allenarsi, si rispecchia in quello di Gaia Karola Carafa, sciabolatrice pugliese dell’Arma dei Carabinieri, che punta al sogno olimpico. E poi ancora, il giovane compositore piemontese, Raffaello Basiglio, che trasforma il vagone del Frecciarossa in un improvvisato studio di registrazione di colonne sonore, mentre l’architetto lombardo Alberto Cavallari cattura in ritratti l’anima dei passeggeri con i quali condivide i viaggi. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44692573]] Vagoni e stazioni FS che da sempre punteggiano il grande romanzo italiano come luoghi di partenze, passaggi o approdi, sono lo scenario vivo e autentico di questi micro-universi quotidiani. Ogni storia ha la sua voce, il suo paesaggio, il suo dialetto. Istantanee emotive che raccontano, nella semplicità di gesti abituali, come il viaggio diventi parte integrante di esistenze in continua evoluzione e movimento. Sullo sfondo delle storie dei protagonisti, il lavoro silenzioso di chi si prende cura dei passeggeri e garantisce ogni giorno viaggi sicuri e accessibili. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44692575]] Il documentario cinematografico segue con macchina a mano i movimenti dei personaggi, fotografando piani sequenza lunghi, respiri, silenzi e dettagli che parlano più delle parole. I dialoghi lasciano trapelare il dialetto, lingua dell’anima che rivela emozioni, paure e speranze e si fonde ai suoni dei treni, delle stazioni e di infinite altre possibili storie.
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