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Caivano, chi ha consegnato il proiettile in mano a don Patriciello
Oggi 29-09-25, 08:27
Lì, nella chiesa di San Paolo apostolo del Parco Verde di Caivano, il simbolo di un’Italia che non si arrende all’illegalità. Domenica mattina, cioè ieri, pure durante la messa. A officiare c’è don Maurizio Patricello, il parroco che lotta contro la criminalità organizzata. È il momento della comunione, la gente è in fila, procede lenta. Davanti al sacerdote si presenta un uomo, non ha nulla di diverso dagli altri fedeli. Don Patricello gli tende l’ostia, il-corpo-di-Cristo, lui allunga la mano e la riceve nel palmo, amen, ma approfitta della circostanza per consegnare a sua volta un fagottino ripiegato in un fazzoletto. Dentro c’è un bossolo che probabilmente viene da una stesa, cioè da un’intimidazione camorristica avvenuta nel Comune napoletano giusto la sera prima. Brilla sotto la luce del sole quel proiettile calibro 9x21 avvolto nella stoffa manco fosse una sacra reliquia. Quell’uomo che ha appena compiuto il gesto tanto vergognoso quanto sacrilego viene fermato dalla scorta del parroco: sta cercando di scappare, lo intercettano i carabinieri proprio fuori dalla chiesa, si tratta di «un esponente della criminalità locale», dice Pina Castiello che è sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri. Le forze dell’ordine lo conoscono, in passato pare abbia manifestato problemi psichiatrici, viene trasferito in caserma e sottoposto agli accertamenti dovuti. Ma non è questo il punto. E non è neanche la stesa (anzi, le stese) che hanno coinvolto, sabato sera, il centro del rione campano, con decine di colpi sparati da qualcuno che scorrazzava a pochi passi dalla parrocchia su diversi motorini, a mo’ di provocazione o atto di forza. È, piuttosto, che «è inaccettabile» quanto successo, è «un gesto vigliacco e criminale, compiuto nel luogo e nel momento più sacro che», però, e a scriverlo su Xè la premier Giorgia Meloni che a Caivano ci ha messo la faccia e anche un progetto per la rigenerazione di un’area che sembrava dimenticata, «non intimidirà chi rappresenta coraggio e dedizione a favore della comunità e della legalità». Tira dritto, Meloni, conferma di stare «al fianco di don Patricello e di tutti coloro che non si piegano alla criminalità. Lo Stato è con voi, e non faremo mai un passo indietro». Parole forti che coinvolgono tutto il suo esecutivo a cominciare dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che è tra i primi ad alzare il telefono e a esprimere la sua solidarietà al diretto interessato: non è uno slogan, non sono frasi di circostanza. Piantedosi preannuncia una visita a Caivano e invia delle pattuglie aggiuntive per presidiare il Parco Verde, dispone anche un’intensificazione delle misure di tutela per don Patricello. Anche il presidente della repubblica Sergio Mattarella ribadisce vicinanza e solidarietà al religioso. Le «orribili stese» di due giorni fa, spiega l’incrollabile don dai suoi social, «stanno a dire una cosa importante. A Caivano e dintorni la malavita organizzata ha ricevuto, in questi ultimi mesi, un durissimo colpo». Non è uso, come sempre, a piangersi addosso, questo don dal caschetto brizzolato e il tau di San Francesco appeso al collo: «Il governo in carica si sta impegnano come non era mai successo. Nonostante un lavoro mai visto prima, i delinquenti tentano di riempire i vuoti lasciati dai detenuti. È un meccanismo collaudato. Gli esperti lo sanno bene».
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