s

Carioti: Parte in salita il confronto tra il governo e la "nuova" Anm
10-02-2025, 09:49
«Non avrebbe alcun senso una revoca formale dello sciopero» del 27 febbraio. Lo dice Cesare Parodi, il nuovo presidente dell'Associazione nazionale magistrati, il giorno dopo la sua nomina. Lo stesso sindacato «invitai colleghi adindossare la coccarda tricolore durante tutte le udienze civili e penali da qui allo sciopero» e chiamalegiunte esecutive delle singole sezioni «ad organizzarealivello distrettuale un'assemblea, aperta ai cittadini, in occasione della giornata di sciopero». Mobilitazione confermata e programmatain versione “hard”, dunque: il dialogo tra il governo e il nuovo vertice dell'Anm non parte nel modo migliore. Venerdì sera Giorgia Meloni aveva accolto subito la richiesta di incontrarsi avanzata da Parodi, augurandosi «un sano confronto, nel rispetto dell'autonomia della politica e della magistratura». Ieri Parodi, per quell'apertura, si è scusato con le altre toghe: «Forse ho iniziato male, con una richiesta mia personale che avvertivo con una certa intensità e senza consultarmi con i colleghi e di questo chiedo scusa». Ha confermato comunque, in un'intervista al Tg1, che intende «assolutamente mantenere aperto un dialogo», assicurando che «lo sciopero non è contro il governo, è soltanto una forma per portare all'attenzione di tutti istanze di chiarezza e giustizia che pensiamo di poter rappresentare». Del resto, anche se Parodi appartiene a Magistratura indipendente, la corrente conservatrice, a gestire il sindacato è un accordo unitario: il nuovo segretario dell'Anm è Rocco Maruotti, della corrente Area (centrosinistra), vicepresidente è Marcello De Chiara di Unicost (centrista) e vicepresidente Stefano Celli di Magistratura democratica (sinistra). Divisi da tante cose, ma concordi nell'opporsi alla riforma che prevede la separazione delle carriere e il sorteggio di chi dovrà giudicare i magistrati. La linea dura della maggioranza è espressa, come spesso succede, da Maurizio Gasparri: «Pessimo esordio del nuovo presidente dell'Anm. Se proprio devono indossare una coccarda la mettano rossa, così confermeranno la loro natura di avanguardia militante della sinistra politica». Più attento alle sfumature Enrico Costa, anche lui di Forza Italia: «Sulla coccarda scrivano a chiare lettere a quale corrente appartengono». A palazzo Chigi, però, si preferisce guardare al lato positivo: il fatto di avere un interlocutore intenzionato a discutere è comunque un passo avanti, un segno di glasnost nel politburo delle toghe. L'apertura di Parodi viene quindi salutata con sollievo, nella consapevolezza che «non si poteva sperare in svolte improvvise». Le possibilità che la riforma venga ritirata, come chiede il sindacato, sono pari a zero, ma l'impressione è che potrebbe esserci spazio per qualche modifica ispirata a ragioni di buonsenso, se l'Anm saprà giocare bene le carte ed eviterà di gridare al colpo di Stato. Il punto fermo, spiega chi è vicino al dossier, è che «il rapporto tra chi governa e il corpo elettorale è sacro, e quella riforma era nel programma per il quale gli italiani hanno votato questo governo». Tra i tanti fronti aperti con le toghe c'è quello dei trattenimenti dei migranti in Albania, non convalidati prima dalla sezione Immigrazione del tribunale di Roma e poi, dopo che il governo ha cambiato le regole, dalla Corte d'Appello della capitale, dove intanto si erano trasferiti cinque giudici provenienti proprio dalla sezione Immigrazione. «Fatta la legge, trovato l'inganno», commentarono quel giorno dall'esecutivo. Quei giudici hanno chiesto alla Corte di Giustizia Ue di stabilire se la normativa italiana sui Paesi sicuri sia compatibile con il diritto dell'Unione: il 25 febbraio si terrà la prima udienza e la sentenza è attesa nel giro di un paio di mesi. Che deve fare il governo nel frattempo? La questione è stata affrontata brevemente in un vertice a palazzo Chigi, venerdì mattina, e il ministro per le Politiche Ue, Tommaso Foti, ha detto a Repubblica che «valuteremo se intervenire con un nuovo provvedimento prima della sentenza». Annuncio che ha provocato l'ennesima alzata di scudi da parte dell'opposizione, dove il Pd parla di «follia istituzionale». In realtà, a quanto risulta a Libero, al momento non è previsto alcun decreto del genere. Il governo intende difendere l'operatività dei centri in Albania con la normativa vigente. Quando le navi italiane raccoglieranno in mare altri extracomunitari, maschi adulti «non vulnerabili» provenienti da Paesi ritenuti sicuri, si prevede di portarli ancora nel centro di Gjader e chiedere alla Corte d'Appello di Roma la convalida del loro trattenimento. Non tutti i giudici che sono lì provengono dalla sezione Immigrazione, non tutti la pensano allo stesso modo. In ogni caso, così sarà evidente a tutti gli italiani che il governo sta facendo la propria parte e a mettere ostacoli sono i magistrati. In attesa che la Corte Ue stabilisca, una volta per tutte, se ha ragione il governo a stilare l'elenco dei Paesi d'origine sicuri, oppure se le toghe italiane hanno diritto a dire che l'ultima parola spetta a loro.
CONTINUA A LEGGERE
9
0
0
Guarda anche
Libero Quotidiano

Parte in salita il confronto tra il governo e la "nuova" Anm
Libero Quotidiano
04:15
"AfD fuori dal governo? Cosa rischiano Germania ed Europa": la bomba dai vertici FdI
Libero Quotidiano
01:13
"Ecco come mi ha aiutato": la clamorosa rivelazione di Alexandre Muller su Jannik Sinner
Libero Quotidiano
01:09
Clamorosa stecca della sinistra su Simone Cristicchi: ecco come spiana i compagni con 5 parole
Libero Quotidiano
00:59
Giorgia Meloni al Cpac, un nuovo lessico tra libertà e Occidente
Libero Quotidiano
00:40