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                                                Charlie Kirk, orrore del consigliere Pd: "Chi è causa del suo mal..."
                                
                                12-09-2025, 13:53                            
                                                            Forse in questo caso, meglio il silenzio. C'è chi, infatti, di fronte alla morte di Charlie Kirk ha quasi esultato. Stiamo parlando diDavide Nanni. Il consigliere comunale di Ferrara è arrivato a scrivere "'Chi è causa del suo mal...' dice la saggezza popolare ma sarebbe assai più saggio limitare la vendita di armi a chi deve usarle solo per professione. Di qua e di là dell'Oceano". Insomma, per il dem l'essere a favore delle armi giustifica l'omicidio. Quanto basta a scatenare la reazione di Fratelli d'Italia. "Quando una persona muore in modo violento, la prima reazione umana dovrebbe essere il rifiuto della violenza stessa. E invece, di fronte all’omicidio di Charlie Kirk, figura della destra americana, non solo si è registrato un assordante, quanto discutibile, silenzio della sinistra. C’è chi, sempre a sinistra, uscendo dal silenzio è riuscito a fare di peggio, commentare con post pubblicato su Facebook con ‘ghigno’ digitale: 'Chi è causa del suo mal pianga se stesso'. Una frase - è la denuncia dei consiglieri locali - che, nel contesto di una vita spezzata, suona più come un atto d’accusa postuma che non come una riflessione etica". E ancora: "Questa affermazione cinica non è solo moralmente discutibile, ma anche pericolosa, specie se chi l’ha affermata è un esponente del principale partito di opposizione e siede in Consiglio Comunale. Si tratta diDavide Nanni. Usare quella frase – di per sé già problematica quando applicata a un contesto di conflitto politico – equivale a giustificare implicitamente l’omicidio in nome di un bilancio morale. È l’idea secondo cui chi semina odio raccoglie morte. Ma in una società civile, la vendetta non può sostituire la giustizia. Se iniziamo a tracciare una linea diretta tra le parole che una persona pronuncia e la sua “meritata” fine violenta, allora stiamo abbandonando ogni principio di civiltà democratica. Chi si abbandona a questo tipo di commenti si ritiene moralmente superiore, combattente per i diritti, per l’uguaglianza, contro l’odio. Ma cosa resta di questa lotta se, nel momento in cui un avversario cade, ci si abbandona alla soddisfazione compiaciuta del 'se l’è cercata'? Non è forse questo lo stesso disprezzo della vita che si accusa di combattere?". [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44082199]] Per FdI il Pd è incoerente. E le ragioni sono sotto gli occhi di tutti: "Non possiamo invocare empatia e giustizia quando si tratta delle vittime che ci somigliano, e poi negarle agli avversari. La coerenza morale si misura proprio nei casi difficili: quando siamo chiamati a difendere principi, non persone. Se davvero crediamo nella non violenza, nella dignità umana, allora non possiamo scivolare nell’odio speculare. 'Chi è causa del suo mal pianga se stesso' non è solo una frase pigra, è un’abdicazione alla complessità, un rifiuto di guardare in faccia il dolore umano senza filtri ideologici. Nessuna persona, per quanto ritenuta dal proprio punto di vista controversa o discutibile, 'merita'la morte. E nessuna società che voglia definirsi civile dovrebbe gioire, nemmeno a denti stretti, per la fine violenta di un suo membro". Da qui l'amara conclusione: "L'omicidio di un uomo, che professa le proprie idee, condivisibili o meno che siano, è certamente una sconfitta per la democrazia nonché un dramma personale, che ha effetti riflessi sulla famiglia, moglie e figli, del 'condannato a morte'. Se davvero vogliamo costruire un mondo migliore, dobbiamo iniziare proprio da qui: rifiutando la logica della colpa come destino, e scegliendo, invece, la fatica del giudizio umano, della condanna della violenza – sempre, ovunque, per chiunque".
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