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Che tempo che fa, Greta Thunberg dà buca a Fabio Fazio
Oggi 03-11-25, 08:27
Greta Thunberg dà buca a Fazio. Clamoroso sul Nove. Dove né Papa Francesco, né Amadeus hanno osato, ignorare l’invito di don Fabio, la svedese già ambientalista, poi barcarola pro Pal e ora sindacalista anti Meloni ha fatto invece un passo indietro. Influenza. Questa è la giustificazione ufficiale fornita dal conduttore ai telespettatori che, magari avevano appena finito di consumare una cena bio in piatti di carta biodegradabile, eccitati e ansiosi al pensiero di essere giudicati dal volto spesso accigliato della 22enne che si sarebbe dovuto palesare verso le 21, minuto più, minuto meno, di fronte all’anchorman genovese. E invece no. Greta ha tirato un pacco a Che tempo che fa più clamoroso di quelli in dotazione al buon De Martino di Affari tuoi sulla rete concorrente RaiUno. E così la campagna d’Italia della Thunberg in versione “sindacalista di base” comincia marcando visita agli studi televisivi della (piuttosto globalista) rete ammiraglia della Warner per la necessità repentina di andare a farsi visitare da un dottore italiano, magari pronta a barricarsi nello studio medico in cerca dei tagli inesistenti alla sanità che i sindacalisti di base italiani le hanno detto di contestare... Peccato che, a ben vedere, in manovra non vi sia traccia di sforbiciate al sistema sanitario. Ma questo, nel nuovo mondo possibile (variazione gretina di un postmoderno teatro dell’assurdo) è solo un particolare anche trascurabile. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44788152]] Raffreddore reale o politico dunque? Vai a sapere. Servirà il certificato. Dalla non più piccola Greta, infatti, è arrivata la rassicurazione via mail, diretta a Fabio Fazio, che, non appena guarita, si presenterà al tavolo del talk show più ambito dagli italiani, persino quelli di sinistra. Al quale, però, per ora proprio la nuova idola dei sinistri extra parlamentari italici non è riuscita proprio ad andare. Non che Fazio, va detto, si sia fatto prendere in castagna. Certo, è mancata un’intervista vip, ma la quota di tiro al piccione contro il governo è stata sostenuta a più riprese. Prima nella copertina del ridanciano Serra tremendamente ironico sul ponte sullo Stretto bocciato dalla Corte dei Conti. Argomentazioni politico-satiriche sostenute poggiandosi sulla prima pagina di un giornale di sessant’anni fa che annunciava l’ipotesi del ponte e l’ingresso della Sicilia nel continente. Ma allora, certo, non c’era ancora Salvini ministro delle Infrastrutture... Ma vabbè. Poi con un plotone di esecuzione formato dagli opinionisti di sinistra doc, capitanati da Massimo Giannini, tutti a senso unico con un copione scritto contro la separazione delle carriere dei magistrati appena approvata in Senato. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44822300]] Passaggio politico valso (per chi non lo ricordasse) anche una bella scia di livorosa bava postuma contro Silvio Berlusconi, scappato a tutti i processi, condannato per evasione fiscale e ora colpevole di essere stato portato in processione (in versione cartonata post mortem) dai sostenitori del centrodestra. Come dire. Quello che riesce al vecchio Cav da morto, alla povera Greta non riesce nemmeno da viva. Se è vero che si lascia fermare da un semplice raffreddore. Alla sinistra toccherà continuare ad accontentarsi di donne del calibro di Schlein o al massimo Salis. Che a pontificare dalla tribuna di Fazio sarebbero sicuramente andate pure con una gamba sola.
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