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Crepax, così trasformò i fumetti in opere d'arte
Oggi 30-09-25, 08:25
Guido Crepax è stato un fuoriclasse delfumetto, anzi, della Graphic Novel come si dice dei fumetti d’arte, letterari e cinematografici assieme, con più parole di segni. In questi anni il mercato delle graphic novel occupa gran parte delle librerie, così che un ragazzo della Gen Z può pensare che oggi sia il Rinascimento per i nerd appassionati di comics, ma la realtà è che il presente è costruito sui venerati maestri, come Guido Crepax, i cui segni multiformi fanno vivere il Museo di Santa Giulia, che dal 30 settembre 2025 al 15 febbraio 2026, ospita Guido Crepax. Sogni, Giochi, Valentina 1953-2003, nell’ambito dell’autunno della Fondazione Brescia Musei. Un mangaka della Gen Z può non conoscere Crepax, oppure Valentina, ma quelle tavole per prime, hanno introdotto nei fumetti la prospettiva cinematografica, quella fatta di primi piani sul volto (gli occhi di Valentina con il caschetto castano è conosciuto anche da chi non ha mai letto il fumetto, perché è diventato iconico a livello globale), che è un modo di pensare l’azione derivato dallo storyboard del cinema e che Stan Lee per fare uno nome da nume tutelare, ha portato in Marvel e da lì nei cinecomic, ma l’origine dei cinecomic è questa: è la Milano degli anni Sessanta, è Crepax architetto, designer di copertine, illustratore, una parabola che accomuna diversi giganti partiti da qui, una grammatica visiva che poteva nascere solo in questi spazi. Bob Noorda aveva lavorato, anzi, creato arte per Pirelli, Crepax lo aveva fatto per Shell, l’arte incontrava, rivestiva, le pompe di benzina e gli pneumatici e con questi si spostava ad altre latitudini ad altre sensibilità, per giungere, o per tornare fino a noi. Oggi tirare una linea tra fumetto e cinema è normale, banale persino, ma non lo era prima dell’architetto Crepax, del pubblicitario Crepax e questa mostra racconta come la sua visione abbia ampliato il media fumetto, inglobandone altri, influenzandone altri, perché il fumetto cinematografico, pronto per il salto su celluloide è un paradigma che prima di Valentina non esisteva. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44079450]] Tutto a partire da quella fotografa, Valentina Rosselli che aveva tolto i poteri e Neutron, l’uomo dallo sguardo paralizzatore, aka Philip Rembrandt, critico d’arte di giorno, supereroe di notte, che aveva avuto una Instant crush per lei. Neutron aveva il potere di incantare il mondo, ma Valentina ha incantato il suo creatore e da personaggio ricorrente è diventata l’unica protagonista. Protagonista che, nel suo caschetto iconico e nel corpo diafano unisce più identità: Luisa Mandelli in Crepax, l’attrice Louise Brooks e la Milano degli Anni Sessanta, dove il caschetto alla Valentina era diventato simbolo di una donna libera, sofisticata e padrona del proprio destino, come la sfaccettata eroina di Crepax:alcune tavole rimandano 8 e 1/2 di Fellini, ad Eizenstein, con Valentina che spinge la celebre carrozzina sulla scalinata di Odessa nella Corazzata Potëmkin. Ma ci sono incursioni nel mondo dell’arte con Valentina che si fa dipingere di Blu Klein, oppure segue il ritmo e gli stilemi di Picasso osi disintegra in un vestito di linee e punti secondo con Kandiskij. In una tavola datata 1967, dieci anni prima di Star Wars, Crepax anticipa lo stile che renderà celebre l’opera di George Lucas, con un barocco spaziale che richiama l’armatura metallica di Dart Vader. È un fumetto d’arte, con un imprinting altissimo, ma che non disdegna una lettura trasversale: così guardando una tavola di Dracula e vedendo le diverse scansioni del vampiro è possibile vedere i multipli di Warhol, così come nella storia L’uomo di Harlem, dedicata al mondo del jazz, la tavola si decostruisce seguendo il ritmo della musica. È un racconto di particolari quello di Crepax, dove ogni singolo riquadro è come un dettaglio cinematografico in movimento, perché Crepax ha fatto anche storyboard, quindi le sue tavole sono cinematografiche, un movimento lento. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43935545]] In una tavola dovendo disegnare Sesta sinfonia di Bach, viene raccontata attraverso i particolari di un violoncello che non si vede mai completamente, ma è sempre una parte per il tutto. Spesso è il corpo di Valentina a essere scomposto in particolari per raccontare le emozioni della protagonista. Si sprecano i richiami a Dalì, Magritte, al Surrealismo, alla psicanalisi e al destrutturalismo. Ogni tavola di Crepax è un’opera compiuta, come ha detto il figlio Antonio: «Ogni pagina per nostro padre era un’opera in grado di vivere di vita propria e questa mostra ci restituisce questo suo segno, questo sogno di rendere ogni tavola compiuta e questa mostra, per la prima volta, ci è riuscita». Segni e sogni: un ottovolante che va dall’Orlando Furioso ibridato con Valentina e poi gioco da tavola, fino a 20.000 leghe sotto ai mari, passando per Freud, la Nouvelle Vague e la fantascienza, un fumetto universale e un fumetto universo. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43882536]]
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