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Economia e Finanza
Eolico tra integrazione e innovazione: la nuova frontiera dei sistemi di accumulo
Oggi 27-11-25, 17:39
Per qualcuno l’eolico è ancora una tecnologia “a intermittenza”, figlia dell’umore del vento e buona più per le brochure che per la solidità del sistema elettrico. Ma il Gruppo Enel, come spesso accade, smentisce i luoghi comuni con i fatti: dagli impianti ibridi con batterie di accumulo, alla manutenzione digitale, l’azienda sta trasformando l’eolico in una fonte capace di garantire continuità, stabilità e servizi avanzati alla rete. Altro che aleatorietà: qui si parla di ingegneria evoluta, di una chiara visione industriale e di innovazione concreta. L’eolico, come l’idroelettrico, è una tecnologia matura, certo, ma entrambe sono lontane dall’aver esaurito il loro potenziale evolutivo. Le turbine crescono, i software migliorano, la gestione operativa si fa più sofisticata. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45174413]] Attualmente esistono tre tipi di parchi eolici: l'eolico on-shore (su terraferma, ad almeno 3 km dalle coste) è il più diffuso, mentre quello near-shore (distante meno di 3 km dalle coste) e quello off-shore (in mare aperto o nei laghi, a diverse miglia di distanza dalle coste) sono meno diffusi, collocati in aree in cui la loro presenza non costituisce intralcio ad attività preesistenti o alla navigazione. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45174410]] Rimane la discontinuità del vento, è naturale. Ed è qui che entra in gioco la nuova frontiera: l’integrazione con i sistemi di accumulo. Un parco eolico con storage, sullo stesso sito, è una piccola rivoluzione. Quando il vento spinge forte e la produzione supera la domanda, non occorre fermare le pale e l’energia non si spreca: finisce direttamente nella batteria, per essere restituita quando la rete chiede di più. Il risultato è una fonte rinnovabile che diventa, finalmente, più programmabile. Una risorsa che risponde ai picchi senza tentennare. ENEL: con Azure Sky il vento non va sprecato Negli Stati Uniti Enel ha già fatto il salto di qualità con due progetti a scala industriale. Il primo è Azure Sky, in Texas: 350 MW eolici abbinati a 180 MWh di batterie, per una produzione annua di 1,3 TWh, equivalente a 842.000 tonnellate di CO₂ evitate. Non una promessa, un dato. Ed è solo l’inizio, perché poi è arrivato Ranchland, sempre in Texas: 263 MW eolici e 131 MWh di storage. Si parla di 1.039 GWh/anno e 643.000 tonnellate di CO₂ evitate. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45174411]] Due parchi eolici, lo stesso messaggio chiarissimo: l’ibrido è la nuova normalità. L’eolico smette di essere “solo generazione” e diventa un’infrastruttura che sostiene l’equilibrio del sistema elettrico. Ma innovare non significa solo installare batterie. Enel sta riscrivendo anche le regole della manutenzione. Addio taccuini e sopralluoghi infiniti: ora si lavora con piattaforme digitali, app operative, diagnostica predittiva. Le squadre possono controllare lo stato delle turbine in tempo reale, con checklist automatiche e dati storici sempre disponibili. Le visite virtuali consentono ispezioni da remoto “senza sopralluoghi”, mentre droni e videocamere a 360° mappano, misurano, documentano. Risultato? Meno fermate non pianificate, ripristini più rapidi, uso intelligente dei ricambi e una disponibilità in esercizio che mostra numeri da record. Quando tecnologia e organizzazione si parlano, la differenza si vede. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45174412]] C’è poi un aspetto che pochi considerano, ma che fa la differenza nell’accettazione pubblica: il design. Perché una turbina non è solo una macchina industriale, è un elemento del paesaggio. E se vuoi costruire consenso, devi ascoltare chi quel territorio lo vive. Con WinDesign, contest internazionale lanciato su Enel Open Innovability, l’azienda ha coinvolto architetti, designer, ingegneri per immaginare le turbine del futuro: integrate meglio, più funzionali, più sostenibili. Forme, materiali, manutenzione e impatto visivo diventano temi centrali, non dettagli. È un laboratorio aperto dove estetica e prestazioni non si escludono, ma si rafforzano. Per Enel l’innovazione non è un vezzo, è una necessità industriale. Serve per produrre di più, distribuire meglio, rendere l’energia più accessibile e più sostenibile. Ed è proprio su questa strada che l’eolico sta cambiando pelle: da fonte incerta a risorsa strategica, da tecnologia contestata a infrastruttura stabile, da immagine simbolica a motore reale della transizione. La direzione è una sola: e il vento, questa volta, non soffia a caso.
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