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Famiglia nel bosco, la retromarcia: "Non abbiamo rifiutato alcun aiuto"
Oggi 27-11-25, 13:17
"Continuiamo a leggere su alcune testate giornalistiche che saremmo testardamente arroccati su posizioni intransigenti e rigide e che staremmo rifiutando il supporto di istituzioni e privati che mettono a nostra disposizione abitazione alternative. Non è assolutamente vero":Nathan e Catherine, i genitori della famiglia nel bosco, lo hanno scritto in una lettera alla stampa diffusa dai nuovi avvocati Marco Femminella e Danila Solinas. I loro tre figli, di 6 e 8 anni, sono stati allontanati dalla struttura in cui vivevano dietro decisione del Tribunale dei Minori, che non ha giudicato adeguato l'ambiente, lontano dalla città, in cui stavano crescendo. La vicenda arriva da Palmoli in provincia di Chieti, in Abruzzo. "Abbiamo la gioia di preservare il nostro spirito e la nostra filosofia di vita, ma non per questo vogliamo essere sordi alle sollecitazioni che vengono dall'esterno. È falso quanto si dice in ordine ad un nostro rifiuto sull'aiuto offerto dal sindaco e da privati", hanno aggiunto i coniugi australiani. Nei giorni scorsi il primo cittadino di Palmoli aveva messo a disposizione della famiglia un appartamento gratis nel centro del paese. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45164114]] "Siamo, oggi nella piena coscienza di non avere di fronte un antagonista, ma una istituzione che come noi, siamo certi, ha a cuore la salvaguardia e la tutela dei nostri bambini. Quindi abbiamo un fine comune", hanno aggiunto Nathan e Catherine nella lettera riferendosi al Tribunale che ha preso la decisione di far trasferire i loro figli in una struttura protetta. E ancora: "Siamo grati dell'attenzione che ci è stata riservata ma vogliamo che passi un messaggio chiaro: ogni nostra scelta, ogni nostro passo compreso il trasferimento in questa straordinaria Terra che ci ha accolti, è stato orientato al benessere psicofisico dei nostri splendidi bambini, che sono stati, sono e saranno il baricentro unico e indiscusso del nostro cammino". "La difficoltà nel parlare e comprendere la lingua italiana, in particolare i tecnicismi legati agli aspetti giuridici, ha certamente costituito un problema enorme nella possibilità di interloquire correttamente e di cogliere le dinamiche processuali di e ciò che stava succedendo - haproseguito la coppia -.Solo due giorni fa, e per la prima volta, siamo stati posti nella condizione di leggere in lingua inglese l'ordinanza che è stata emessa e quindi di comprenderla nella sua interezza". [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45163679]]
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