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Funerali e cremazioni, rischio rincari fino al 30%: la maggioranza cerca la soluzione
Oggi 29-10-25, 13:21
Mentre l'attenzione è concentrata sulla legge di bilancio, alla Camera sta per approdare il disegno di legge n. 2655, nato dal Decreto Semplificazioni e approvato in prima lettura al Senato l'8 ottobre. Tra i numerosi aspetti amministrativi trattati, l'articolo 36 introduce modifiche sostanziali alla disciplina dei servizi funebri e della cremazione che hanno sollevato preoccupazioni tra operatori e famiglie. Il provvedimento introduce due disposizioni principali. La prima limita i cosiddetti "trasporti multipli": il trasporto funebre ordinario potrà essere svolto solo per feretro singolo, non per trasporti congiunti nello stesso mezzo. Questo obbligherebbe le imprese a moltiplicare i viaggi, con conseguenti aumenti dei costi operativi che inevitabilmente si riverserebbero sulle tariffe finali. La seconda disposizione vieta l'applicazione di sconti e agevolazioni tariffarie per i servizi di cremazione, impedendo di fatto alle imprese funebri di competere sul prezzo e rendendo impossibile quella libera concorrenza che caratterizza normalmente il mercato. Secondo le stime disponibili, le modifiche potrebbero tradursi in incrementi tariffari superiori al 30%, rappresentando un onere significativo per le famiglie in un momento di particolare fragilità emotiva. Il divieto di sconti solleva perplessità sia giuridiche che economiche. In Italia, limitazioni simili esistono solo per i servizi di rete come luce e gas, dove le tariffe regolamentate si giustificano per la natura monopolistica delle infrastrutture. Nel settore funerario, invece, operano migliaia di piccole e medie imprese in libera concorrenza, senza alcuna giustificazione tecnica per imporre restrizioni alla competizione sui prezzi. Impedire alle imprese di competere significa creare una barriera artificiale alla concorrenza, con conseguenze negative sia per i consumatori che per le imprese stesse. Le piccole imprese funebri, che rappresentano la maggioranza del settore e garantiscono un servizio capillare sul territorio nazionale, guardano con apprensione a norme che potrebbero comprometterne la competitività. L'impossibilità di praticare sconti o promozioni e di ricorrere ai trasporti multipli significherebbe perdere strumenti essenziali di concorrenza sul mercato, imponendo investimenti in nuovi mezzi e personale che molte realtà locali non potrebbero sostenere. Il rischio concreto è quello di uscite dal mercato e concentrazioni che storicamente non hanno favorito il contenimento dei prezzi, con una riduzione dell'offerta soprattutto nelle aree più periferiche o meno popolate. Gli esperti del settore segnalano inoltre possibili sovrapposizioni con il DPR 285/1990, il Regolamento di polizia mortuaria, e con le discipline regionali che già regolano i trasporti funebri, creando una situazione di incertezza giuridica che potrebbe complicare l'applicazione pratica della norma e generare contenziosi. L'articolo 36 introduce inoltre la qualificazione della cremazione come "servizio pubblico locale di interesse generale", con implicazioni gestionali e tariffarie per enti locali e operatori. Una scelta che, se da un lato mira a garantire maggiore trasparenza e uniformità, dall'altro impone procedure di affidamento complesse che potrebbero rallentare i servizi e aumentarne i costi di gestione, con effetti a cascata sulle famiglie. Un aspetto rilevante ma spesso trascurato è quello della sostenibilità ambientale. Limitare i trasporti multipli significa moltiplicare i viaggi su strada, con conseguente aumento delle emissioni inquinanti e del traffico veicolare. Più mezzi in circolazione, più carburante consumato, più CO2 nell'atmosfera: una contraddizione rispetto alle priorità ambientali dichiarate a livello nazionale ed europeo che appare difficile da giustificare in nome di una semplificazione amministrativa. La buona notizia è che le criticità non sono passate inosservate. Durante l'iter al Senato, alcuni esponenti parlamentari di maggioranza hanno già evidenziato i problemi del provvedimento. In particolare, alcuni deputati della Lega si sono dichiarati disponibili a collaborare con l'intera maggioranza per rivedere il testo alla Camera dei Deputati e garantire una normativa più equilibrata che tuteli sia la dignità del servizio funebre sia la sostenibilità economica per le famiglie italiane. La strada auspicata da operatori e associazioni di categoria è quella di una modifica del testo durante l’esame alla Camera per una revisione più attenta, elaborata attraverso un confronto costruttivo con chi conosce le dinamiche operative del settore e può valutare concretamente l'impatto delle norme proposte sulla vita quotidiana delle persone e sulla tenuta del tessuto imprenditoriale. L'approvazione definitiva del disegno di legge è attesa entro la fine del 2025. C'è ancora tempo per correggere le criticità emerse e trovare soluzioni che bilancino la necessità di garantire dignità a un momento doloroso con quella della sostenibilità economica, senza che questo diventi un problema finanziario insostenibile per le famiglie. La disponibilità mostrata dalla maggioranza a rivedere il provvedimento rappresenta un segnale importante di attenzione verso le concrete esigenze dei cittadini e del tessuto imprenditoriale del settore, ponendo al centro l'interesse delle famiglie italiane in un momento di particolare fragilità.
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