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Politica
Giorgia Meloni a Domenica In, Unirai inchioda il Pd: "Gentiloni ospite per 45 minuti"
Oggi 22-09-25, 13:19
Questione di lancette. Per le opposizioni conta di più il minuto scarso di Giorgia Meloni a Domenica In piuttosto che le ospitate nella stessa trasmissione di Domenica In di due suoi predecessori a Palazzo Chigi, Paolo Gentiloni (45 minuti) e Giuseppe Conte (10). A sottolinearlo è l'Unirai, il sindacato Rai più vicino al centrodestra rispetto allo storico Usigrai, storicamente megafono delle proteste dell'area progressista. Il caso è quello ormai noto delle "pastarelle". La premier, terminato il suo intervento a Fenix, la festa di Gioventù Nazionale, si collega con Mara Venier su Rai 1 per presentare una iniziativa organizzata da Ministero della Cultura, del Made in Italy e Anci. Obiettivo: esaltare la cucina italiana e candidarla a patrimonio immateriale dell'Unesco. La leader di Fratelli d'Italia non fa alcun accenno alla politica, interna o internazionale. Ma a domanda della Venier, esalta il ricordo dei pranzi domenicali a casa dei nonni materni, con il rito delle "pastarelle". [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44208215]] Apriti cielo: Partito democratico e Movimento 5 Stelle parlano di "spottone per TeleMeloni", con la segretaria dem Elly Schlein che si lascia scappare il pedale della frizione: "La premier continua a rifiutarsi di venire in Parlamento a spiegare cosa farà l'Italia rispetto al riconoscimento dello Stato di Palestina. Però continua a trovare il tempo di confezionare spot elettorali sul servizio pubblico. Oggi ci spiega su Rai 1, la ammiraglia della sua TeleMeloni, quali pranzi e quali pasticcini preferisce mangiare la domenica. Il tutto mentre Canada, Regno Unito e Australia annunciano il riconoscimento dello Stato di Palestina". Al coro si unisce, vedasi poco sopra, proprio l'Usigrai: "Per 250 giorni tace con i giornalisti, non indice una conferenza stampa, ma la Rai trova il modo di dare alla presidente del Consiglio una vetrina per raccontarci del suo pranzo della domenica. Meloni non risponde alle domande dei giornalisti e delle giornaliste italiani, ma si accomoda da Mara Venier. La scusa è quella di promuovere la cucina italiana", recita una nota del sindacato. "Molto più comodo rispondere alle domande, anzi alle non domande, di una non giornalista come Mara Venier, che fare quello che dovrebbe fare un capo del governo, rispondere alle domande sul suo operato come presidente del Consiglio. I vertici della Rai non hanno nulla da dire? Come spiegano ai cittadini e alle cittadine, uno spot simile in una fascia pregiata, come quella della domenica pomeriggio e per giunta a poche settimane dalle elezioni regionali? Ormai stanno trasformando la Rai nella buca delle lettere di questo governo. Per l'esecutivo Usigrai è inaccettabile". [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44208596]] Le posizioni di Usigrai e opposizione coincidono. Ci pensa l'Unirai allora a riportare un po' di fatti dimenticati: "Suscita polemiche la partecipazione per meno di un minuto della Premier Giorgia Meloni a Domenica In. Ricordiamo però che non si tratta di un inedito: Paolo Gentiloni fu ospite nel marzo 2017 da Presidente del Consiglio. 45 minuti di intervista in studio. Giuseppe Conte intervenne in diretta nel febbraio 2020 da Premier in collegamento per circa 10 minuti. Ministri come Alfonso Bonafede, Vincenzo Spadafora e Roberto Speranza parteciparono più volte tra il 2019 e il 2021. Allora nessuno gridò allo scandalo. Fa sorridere quindi l'indignazione a corrente alternata: un po' di memoria aiuterebbe", suggerisce il sindacato dei "liberi giornalisti Rai". A proposito di tele-regime, sempre l'Unirai solleva un altro caso: il tiro al piccione della sinistra contro il Tg1 diretto da Gian Marco Chiocci: "Sul Tg1 è in atto una campagna di disinformazione che mortifica l'impegno quotidiano di giornalisti, tecnici e maestranze. Il Tg1 continua a rappresentare il punto di riferimento per milioni di italiani, come dimostrano i dati Auditel che certificano – da gennaio a settembre 2025 – una media di share del 24,6%, in crescita rispetto al 23,6% del 2024. Un primato consolidato e in aumento, che testimonia la qualità del lavoro svolto. Sono gli ascoltatori – e non le campagne strumentali – a essere gli unici giudici del valore dell’informazione: premiando ogni sera il Tg 1, riconoscono professionalità, passione e senso del servizio pubblico".
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