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Politica
Giuseppe Conte minaccia Netanyahu: situazione grave, non seria
29-09-2025, 11:20
La situazione è grave ma non seria, avrebbe chiosato il grande Ennio Flaiano. Il quale – per evidenti ragioni – ai suoi tempi non poteva sapere che l’Italia avrebbe avuto per due volte come Presidente del Consiglio l’avvocato del popolo Giuseppe Conte.E che ha fatto ieri l’uomo della pochette? Tenetevi forte. Ha minacciato Israele: «Non devono torcere neanche un capello ai nostri rappresentanti». Immaginatevi l’ansia di Netanyahu e la preoccupazione di Idf per il parlamentare grillino Marco Croatti e gli altri zatteranti italiani. Ma lasciamo perdere. Semmai, all’inizio di una settimana delicatissima,che vedrà sabato manifestazioni a fortissimo rischio di violenza nelle nostre città, resta una domanda politicamente pesante: alla fine della fiera, come mai Elly Schlein e lo stesso Conte, con i loro sodali Bonelli & Fratoianni, non hanno voluto-potuto-saputo fermare nemmeno la componente italiana della Flotilla, e anzi non hanno neppure mostrato in modo convincente di voler persuadere i loro quattro imbarcati a scendere dal canotto? [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44314318]] Stavolta neanche le parole del Capo dello Stato, a cui di solito la sinistra si inchina fino a spezzarsi la schiena, sono state in grado di produrre un ripensamento. Al di là di omaggi rituali e un po’ ipocriti verso il Colle, i tre partiti si sono trincerati dietro un pilatesco “non decidiamo noi” e hanno deciso di lasciare che le cose avessero (e abbiano nei prossimi giorni) il loro corso inevitabile: l’incidente, l’arresto degli zatteranti, o una sorte ancora meno simpatica. Cosa ha giocato, dunque? Intanto, di sicuro, la propensione a una cinica speculazione politica del tipo “tanto peggio, tanto meglio”. Ci sarà un “caso”? Si arriverà a un grande scontro con la Marina israeliana? Bene! Così - dev’essere stato il ragionamento dei capetti progressisti - potremo inscenare una chiassata in Parlamento e nelle piazze, e cercare di scaricare le responsabilità sul governo Meloni. Questo è certamente un fattore, ma forse c’è di più. Per ricorrere a un’acuta categorizzazione immaginata dal politologo Luigi Di Gregorio, c’è però anche qualcos’altro, una tendenza in corso da anni e che ora si sta spettacolarmente realizzando sotto i nostri occhi: Schlein, Conte, Bonelli, Fratoianni non sono leader ma follower. Alla lettera, seguono e inseguono un’onda. Sono surfisti che pensano di cavalcarla, ma in realtà ne vengono passivamente guidati. Percepiscono che una ventata di conformismo spira in una certa direzione e si mettono in scia senza nessuna capacità critica, e meno che mai di guida di alcunché. Si sono “posizionati” come un prodotto sullo scaffale di un supermercato. E ritengono di rendersi riconoscibili rimanendo lì, ridotti a oggetto (altro che soggetto) di iniziativa politica. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44305414]] E allora chi è il soggetto? Chi è che decide? Bella domanda, con più risposte possibili, o - se vogliamo - con risposte che si collocano a più livelli. Decide il caso, per certi versi. Oppure decide l’imprevedibile e mutevole andamento dell’emozione dell’opinione pubblica, che potrebbe (ed è anche troppo tardi) scocciarsi dei ricattucci degli zatteranti come delle piazze violente qui in Italia. E decidono soprattutto le forze che hanno voluto, organizzato e pagato la Flotilla. E chi sono? Non abbiamo certezze al riguardo, ovviamente. Ma un’idea ce l’abbiamo, e non è affatto rassicurante. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44303499]]
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