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Il record di 48,8 gradi registrato in Sicilia? Non è vero, misurati dati sovrastimati
Oggi 19-09-25, 17:37
Il torrido giugno 2025 lasciava presagire un’estate di temperature record, a fine luglio “la Repubblica” aveva allertato: «Nuova fiammata di caldo, l’Italia va verso i 50 gradi: “La più forte della storia”». Non è stato così, secondo i dati del programma Copernicus dopo 2003, 2023, 2024, 2017 quella che sta andando in archivio è stata la quinta estate più calda dal 1950 (ossia da quando sono disponibili i dati). Una guerra di numeri e allarmi che porta con sé anche un giallo relativo al fatidico record di 48,8° registrato in Sicilia, Floridia (Siracusa), l’11 agosto 2021. Quella rilevazione ha destato e continua a destare scalpore perché è stata rilanciata come la temperatura più alta mai misurata in Europa: lo sostiene lo studio di convalida pubblicato sull’International Journal of Climatology nel dicembre 2023, tuttavia c’è chi contesta il tutto. Alfio Grassi, geologo, a lungo collaboratore dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) guidato dal colonnello Michele Cannizzaro, è certo che i 48,8 gradi non siano mai stati toccati quel giorno, e che lo studio di convalida non sia corretto. «Posso documentare come la stazione meteorologica di Floridia gestita del Sias (Servizio Agrometeorologico Siciliano), quella del record, continui a sovrastimare i dati delle temperature massime giornaliere», spiega Grassi a Libero, sfogliando numeri e tabelle da lui prodotte, come quella relativa «a giugno e luglio 2025 dove la sovrastima media è rispettivamente 1,53 e 1,64. Cosa che fa tutta la differenza del mondo, se pensate che ambientalisti e scienziati considerano un limite critico da non superare la soglia di +1,5 gradi Celsius di riscaldamento globale, rispetto ai livelli preindustriali». Da dove arrivano i dati che cita? «Dai miei studi, che porto avanti dal 2017. Ho realizzato un monitoraggio parallelo utilizzando sia stazioni temporanee sia la stazione fissa Barani, apparecchio riconosciuto dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) e con taratura certificata, sistemata a circa 500 metri di distanza da quella del Sias di Floridia. Una campagna di monitoraggio condotta con la collaborazione di Mauro Serenello, membro del team dell’associazione Meteonetwork, e Claudio Massimino, assistente del sottoscritto, i quali hanno fornito un valido supporto per gli aspetti organizzativi e analitici dei dati. Tutto è documentabile, come la sovrastima di 1,5 gradi per il mese di agosto 2025: dati trasmessi alle autorità competenti senza mai ricevere alcuna risposta». Ma perché queste differenze? «Per alcuni motivi semplici. Anzitutto, quell’11 agosto 2021 la stazione Sias si avvaleva di uno schermo bucato dove c’è il sensore temperatura: lo provano le immagini del TgR Leonardo del 19 marzo 2024, riprese in occasione del test svolto presso il laboratorio Inrim di Torino. Capite bene che già questa è una anomalia chiave. Quello schermo è poi stato cambiato due volte, ma non ho notizia di nessuno del Wmo che sia mai venuto in loco a controllare. Io ho documentato tutto, ormai ci vado più io di quelli del Sias a vedere come sta la loro stazione. E c’è di più». Vale a dire? «La posizione della stazione Sias secondo me non è corretta. È situata a circa 9 metri da un filare di alberi alti circa 7 metri e lì accanto corre un strada asfaltata che provoca una bolla aria durante il giorno, che influisce sui rilevamenti del pennone». Dunque quel sensore misura cosa? «Una combinazione di fattori termodinamici, condizionati anche dall’asfalto, non certo la temperatura corretta». Come fa a sostenerlo? «Ho fatto monitoraggi a intervalli di 10 minuti e ho registrato anche 3 gradi di sovrastima, quando il vento porta il calore verso la stazione Sias. In più, ho fatto lo studio di questi picchi focalizzando i venti e mi risulta che i picchi di sovrastima arrivino in contemporanea con venti deboli da nord-nordovest: la stessa situazione del record di 48,8. E sapete cosa c’è a 9 metri in direzione nord-nordovest dai sensori di rilevamento? Il filare di alberi e la strada asfaltata». Eppure, il Sias ha seccamente smentito le sue critiche con una lunga nota affidata ai social, sottolineando come si tratti di «misure amatoriali» e che il suo studio «si basa su una campagna locale non ufficiale e limitata nel tempo. La validazione Wmo si fonda su dati certificati, processi ufficiali e comparabilità internazionale». «Attendo che replichino formalmente, così potremmo finalmente mettere a confronto i dati. Io penso che qui si voglia fare solo del sensazionalismo, che ci siano ben altri motivi oltre a quelli scientifici per gridare che siamo arrivati vicini ai 50 gradi quando non è vero. Se davvero avessimo 50 gradi in Europa vorrebbe dire che per esempio nel Golfo Persico ne avrebbero 60 e si troverebbero ormai in una situazione di estinzione. Ma la questione mediatica del clima è ormai fuori controllo, gli allarmisti spingono affinché si deve parli di 50 gradi anche quando non è vero: la notizia del 48,8 non è faccenda locale siciliana, si è diffusa in tutto il pianeta ed è passato il messaggio che siamo alla catastrofe e da lì si intraprendono scelte politiche e sociali che influenzano tutti».
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