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Politica
L'ultimo pacco di Landini: sciopero di venerdì sotto Natale
Oggi 08-11-25, 07:58
Quando ieri mattina Maurizio Landini ha annunciato la proclamazione dello sciopero generale contro la manovra per venerdì 12 dicembre, abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Eravamo sinceramente preoccupati per il fatto che non avesse ancora resa nota la data della terza mobilitazione generale della Cgil nel 2025. L’ottavo quest’anno se si considerano anche quelli proclamati dalle sigle autonome. Un record. Ma, si sa, il troppo stroppia e allora ecco che l’ennesimo sciopero generale ha avuto il risultato di spaccare l’unità sindacale. Sì, perché se Landini con la sua Cgil viaggia spedito nel muro contro muro con il governo di centrodestra, le altre due sigle hanno deciso di prendere strade diverse. La Uil di Pierpaolo Bombardieri deciderà martedì 11 quale forma di mobilitazione attuare, ma ha già fatto sapere di apprezzare la detassazione degli aumenti contrattuali e di essere contrario alla parte su fisco, pensioni e sanità. La Cisl di Daniela Fumarola, invece, vede nella manovra il primo tassello di quello che chiama «Patto della responsabilità» tra le forze riformiste e il governo per affrontare le emergenze del Paese e rafforzare la crescita. Poi c’è l’Ugl, che ieri era in piazza per i rider, che giudica positivamente la manovra: «Il taglio dell’Irpef rappresenta un segnale concreto di attenzione verso la classe media e il mondo del lavoro e va nella direzione giusta», spiega il segretario generale Paolo Capone. Dunque l’unico sindacato confederato a bocciare in toto la manovra è la Cgil di Landini, che definisce la manovra «ingiusta e sbagliata», chiede che «ci siano risorse aggiuntive perché il rinnovo dei dipendenti pubblici non sia una mancia». Poi rilancia il mantra della sinistra: la patrimoniale. «Abbiamo avanzato la proposta di un contributo di solidarietà: l’1% per chi ha più di 2 milioni di euro». Landini si lancia anche in un’intemerata contro le spese militari: «900 miliardi per le armi nei prossimi dieci anni sono una follia» e annuncia «l’inizio della raccolta firme per presentare una proposta di legge sulla Sanità». A tenere banco, però, è la polemica sulla giornata scelta per lo sciopero generale. Che è un venerdì, come fa notare con ilarità la premier Giorgia Meloni: «In qual giorno della settimana cadrà il 12 dicembre?». Pure il vicepremier Matteo Salvini sceglie l’arma dell’ironia «chissà come mai lo sciopero cade di venerdì.... Invitiamo Landini, per una volta, a rinunciare al weekend lungo e organizzare lo sciopero in un altro giorno della settimana». Parole che suscitano la reazione dello stesso Landini, che punto sul vivo replica: «Quando una persona sciopera rinuncia al proprio stipendio, non è gratis», ma non spiega perché si sceglie sempre quel giorno. Per Fratelli d’Italia interviene anche Carlo Fidanza, capo delegazione all’Europarlamento, che parla di «sciopero preordinato. Hanno scelto una linea massimalista: fanno politica contro il governo perché Landini vuole fare il capo della sinistra. Ma dal punto di vista dei diritti dei lavoratori, - chiude Fidanza oggi il governo di centrodestra li sta difendendo molto meglio della Cgil». Sul fronte è il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, a rimarcare come «negli ultimi due anni abbiamo abbassato le tasse a chi guadagna meno e ora proseguiamo col ceto medio. Abbiamo rinnovato tanti contratti, ovviamente senza la firma della Cgil. Sosteniamo il rinnovo dei contratti provati con una flat tax al 5%. Se Landinichiude il leghista- vuole la patrimoniale o l’esproprio proletario è chiaro che da noi non li avrà». Per Maurizio Gasparri (Fi), ci sarà «un altro weekend lungo e città bloccate grazie a Landini, che ha confuso lo sciopero generale per un passatempo. Mentre il governo lavora per far crescere il Paese- prosegue il forzista-, Landini lavora per fermarlo e alimentare tensioni sociali». Mariastella Gelmini (Noi moderati): «Comprendo la retorica di Landini, ma questa è una manovra responsabile, che tiene i conti in ordine è che consente all’Italia di non essere più il “malato d’Europa”». Fiutata l’aria Landini prova a chiedere aiuto agli studenti, che però lo gelano: «Parteciperemo il 28 novembre allo sciopero dell’Usb contro il governo Meloni e il 29 alla manifestazione nazionale. Sullo sciopero del 12 dicembre, valuteremo...».
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