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"Ma è una parolaccia!", Caterina Balivo scatta: ecco chi sbrocca in studio
20-02-2025, 03:00
«La settimana di Kekko è stata dura, durissima. Ho cercato in tutti i modi di convincerlo a mollare, ma lui non ne voleva sapere. Abbiamo anche discusso per questo ma alla fine ho capito che aveva ragione lui. Un professionista serio e riconoscente non può tornare a casa, non può tirarsi indietro». Parte con queste parole lo sfogo di Francesco Facchinetti, manager del cantante dei Modà. Sanremo è Sanremo e se ne parla anche a Festival finito. Il post però prende improvvisamente una piega molto più velenosa: «La cosa che invece non riesco a capire e non me ne capacito sono le telefonate che ho ricevuto dalla stampa e dalle radio lamentandosi che Kekko non era disponibile e non si presentava alle interviste. Ho avuto anche chi mi ha detto: “Vedrai la pagherà nei voti”», rivela Facchinetti. «A me sembrava tutta una follia, una persona sta male tanto da rischiare lo svenimento ogni fine esibizione e la cosa che importa di più è fare le interviste per avere un voto alto dalle radio e dalla stampa? Metaverso. Purtroppo invece era la realtà. Vedere i Modà in quella posizione in classifica per colpa dei voti di chi era incazzato perché Kekko non ha potuto fare le interviste mi rattrista. Qui non si parla più di giudizio ma di altro che evito anche di commentare». Parole pesanti che riecheggiano anche a La volta buona, il talk del primo pomeriggio di Rai 1 condotto da Caterina Balivo. «Siccome i leoni da tastiera sono quelli che scrivono delle stupidate sulle tastiere solo per farsi notare eccetera, chi ha potuto dire una stupidata come quella di dire a Francesco Facchinetti “se non me lo fai intervistare ci saranno delle conseguenze” è ancora più stupido, quindi non è un leone ma è un co...», è il commento esplicito di Luca Dondoni, firma degli spettacoli de La Stampa ospite in studio. «Ma è una parolaccia!», sgrana gli occhi la Balivo. Una ingenuità bambinesca che scatena reazioni ilari in studio, con Giovanni Ciacci che sfrutta l'occasione e lancia il coro che più sanremese non si può, «Tutta l'Italia, tutta l'Italia, tutta l'Italia, uè». E via di tarantella collettiva.
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