s
Milano-Cortina 2026, l’Italia paralimpica si mette in gioco
Oggi 12-12-25, 15:33
Il 47° piano della Torre Allianz ha ospitato la presentazione della roadmap verso i Giochi Paralimpici Invernali Milano Cortina 2026. Il Comitato Italiano Paralimpico e la Rai hanno riunito istituzioni, partner e atleti per tracciare il percorso che ha portato l’Italia all’appuntamento di marzo 2026, un evento che è andato oltre lo sport e ha chiamato in causa cultura, inclusione e visione futura. Arianna Secondini, moderatrice dell’incontro, ha governato l’evento con ritmo sobrio ma deciso, mettendo al centro tre parole chiave del percorso: visione, comunicazione, legacy. Il presidente del CIP, Marco Giunio De Sanctis, ha aperto la scena con una dichiarazione netta: “Milano Cortina 2026 sarà una tappa cruciale per il movimento paralimpico italiano. Non è solo un grande evento sportivo: è una piattaforma capace di generare cultura, inclusione e consapevolezza”. Un concetto che ha rimbalzato forte e chiaro: lo sport non come eccezione, ma come patrimonio condiviso. Alla prima tavola rotonda, le poltroncine occupate hanno raccontato più delle parole. L’Italia che ha dovuto sostenere i Giochi è stata tutta lì: De Sanctis, Giovanni Malagò, il Ministro per la Disabilità Alessandra Locatelli, il direttore di RaiSport Paolo Petrecca, la Regione Lombardia con Federica Picchi. Locatelli ha insistito sul valore educativo dell’evento: “Milano-Cortina 2026 è stata un’opportunità straordinaria per promuovere una visione di Paese più attenta e inclusiva. Lo sport ha abbattuto barriere e ci ha ricordato l’importanza di vedere le potenzialità, non i limiti”. Malagò ha guardato invece al disegno complessivo: integrazione tra Olimpiadi e Paralimpiadi, logistica, modernizzazione delle strutture, un segno di continuità. “Abbiamo scelto Verona per l’apertura e Cortina per la chiusura per lasciare un’eredità reale”. Se i Giochi hanno dovuto vivere, hanno dovuto essere raccontati. La seconda sessione ha messo a fuoco proprio la narrazione. Sindaci e assessori, manager e atleti, ma anche la Rai che ha illustrato un palinsesto costruito per essere all’altezza. Petrecca lo ha detto senza giri di parole: “Dalle Paralimpiadi di Vancouver 2010 siamo la tv che trasmette più ore dei Giochi. A Milano-Cortina abbiamo continuato a fare squadra con il CIP: oltre 100 ore di dirette, 70 di repliche, rubriche dedicate e un ponte costante con Casa Paralimpica Italiana”. Un punto, però, lo ha sottolineato con forza l’AD della Fondazione Milano Cortina Andrea Varnier: “Perché tutto funzioni serve il pubblico. Le emozioni dei palazzetti pieni arrivano anche attraverso lo schermo. Quasi il 90% dei biglietti è costato meno di 35 euro: le Paralimpiadi dovevano essere di tutti”. Il cuore emotivo dell’evento è stato la presentazione di “Italia in Gioco”, il concept che ha unito identità nazionale, cultura, sport e inclusione. Due città, un’unica anima: Milano e Cortina. A Milano, Torre Allianz ha ospitato la Casa Paralimpica Italiana: un hub verticale di rappresentanza, eventi, incontri, con la firma gastronomica Da Vittorio. Per Allianz è stata una tappa simbolica: vent’anni di partnership globale con il Paralimpismo. “Lo sport è un mezzo potente di inclusione, soprattutto per i più giovani”, ha ricordato Valentina Sestan. A Cortina, presso la Galleria Farsettiarte, l’atmosfera è diventata immersiva: arte, tecnologia, interazione. “Italia in gioco ha trasformato la galleria in un ambiente che parla un linguaggio universale, quello dell’inclusione”, hanno sottolineato Sonia e Stefano Farsetti. Accanto, Casa Esselunga è stata il ristorante ufficiale: “Abbiamo voluto generare una legacy culturale e sociale duratura”, ha aggiunto Roberto Selva. Il terzo panel ha guardato avanti: accessibilità, investimenti, continuità. Giuseppe Fasiol, Diana Bianchedi e i rappresentanti delle istituzioni hanno delineato un percorso che non si è fermato al 15 marzo 2026. Bianchedi ha portato un esempio concreto: “Progetti come Adaptive Winter Sport hanno avvicinato bambini e famiglie agli sport invernali. La legacy non è stata uno slogan: è stata lo strumento per formare i campioni del futuro”. Sul finale, la mattinata si è scaldata. Sul palco è salita una rappresentanza della Nazionale di Para Ice Hockey e del Curling in carrozzina. Sono saliti con passo lento, determinato, più eloquente di mille discorsi. Andrea Macrì ha parlato a nome del gruppo: “Ci siamo preparati per anni. Abbiamo sperato di avere molto sostegno dal pubblico”. Una frase semplice, ma che ha restituito il senso di tutto: senza pubblico, senza partecipazione, lo sport perde una parte della sua voce. A chiudere, una breve dimostrazione delle discipline paralimpiche. Silenzi rispettosi, qualche applauso trattenuto, poi la consapevolezza che Milano Cortina 2026 non è stata un appuntamento da programmare: è stato un cammino già iniziato. De Sanctis è tornato sul palco per il sigillo finale: “Il percorso è stato impegnativo, ma oggi abbiamo dimostrato che il sistema paralimpico italiano è compatto, credibile e pronto. Abbiamo garantito ai nostri atleti le migliori condizioni per esprimersi e consegnare al Paese un evento di cui andare orgogliosi”. Sul 47° piano della Torre Allianz, intanto, Milano è rimasta là fuori, sospesa sotto le nuvole. Ma la sensazione è che il viaggio verso marzo 2026 sia già iniziato, e che l’Italia, questa volta davvero, abbia scelto di mettersi in gioco.
CONTINUA A LEGGERE
2
0
0
Libero Quotidiano
18:09
Casellati "Riforma del premierato ha l'obiettivo di garantire la stabilità"
Libero Quotidiano
18:02
Tg News - 12/12/2025
Libero Quotidiano
18:00
Rita Dalla Chiesa, la confessione: "Una ferita che non passerà"
Libero Quotidiano
17:47
Pelle in salute, come cambiano i trattamenti grazie ai laser
Libero Quotidiano
17:44
