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Estero
Mosca collabora con Trump. Al Polo Nord
Oggi 21-12-25, 13:15
Continuano serrati gli incontri incrociati tra inviati, nel tentativo di riuscire a impostare la difficilissima trattativa di pace tra Russia e Ucraina. Ieri a Miami si è svolto il vertice con la delegazione russa guidata da Kirill Dmitriev, che su X ha anche anticipato una possibile cooperazione con gli Usa nell’Artico, mentre venerdì Steve Witkoff e Jared Kushner hanno incontrato la delegazione ucraina, guidata da Rustem Umerov. Gli Stati Uniti stanno cercando di ridurre le distanze tra le loro proposte e le posizioni di Kiev, che per il momento non sembra intenzionata a cedere sui territori e chiede al contempo maggiori certezze sulle garanzie di sicurezza. Per cercare di sbloccare la situazione Witkoff e Kushner credono sia arrivato il momento per un confronto a tre a Miami tra Stati Uniti, Ucraina e Russia, con la partecipazione, forse, anche di rappresentanti europei. Lo ha comunicato lo stesso Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino, sottolineando che Kiev deciderà se accettare il formato una volta che sarà chiaro se i colloqui bilaterali con i negoziatori statunitensi avranno esito positivo. «Se tale incontro potesse tenersi ora per consentire lo scambio di prigionieri di guerra o un accordo su un incontro trilaterale tra i leader, sosterremmo tali proposte», ha aggiunto. Il capo dello Stato ucraino ha anche risposto a Vladimir Putin che venerdì nella sua conferenza stampa fiume di fine anno ha suggerito che Mosca potrebbe prendere in considerazione di sospendere gli attacchi in profondità qualora Kiev indicesse nuove elezioni. Putin infatti considera Zelensky un usurpatore in quanto, applicando la legge marziale, ha di fatto sospeso ogni tornata elettorale. «Non spetta a Putin decidere quando e in quale forma si terranno le elezioni in Ucraina», ha affermato Zelensky, escludendo qualsiasi possibilità di organizzarle fintanto che la sicurezza nel Paese non sia garantita. «Le elezioni dipendono da due cose: la sicurezza e la legislazione», ha affermato Zelensky. «È importante che i nostri militari, che difendono lo Stato, possano votare», ha scritto il presidente ucraino su Telegram, assicurando di aver «già parlato con i partner americani che hanno sollevato questa questione». «Se la sollevano», ha aggiunto, «significa che sanno come aiutarci a garantire elezioni sicure. Questo potrebbe essere innanzitutto un cessate il fuoco, o la fine della guerra, o almeno un cessate il fuoco durante le elezioni». La guerra invece continua a infuriare. Gli attacchi a Odessa ormai sono all’ordine del giorno, tanto che Zelensky ha avanzato l’ipotesi che le forze russe stiano cercando di continuare l’avanzata sulla costa per chiudere l’accesso dell’Ucraina al Mar Nero. L’ultimo attacco è avvenuto nell’area portuale con missili balistici provocando la morte di otto persone. Un altro attacco è avvenuto nel vicino porto di Pivdennyi. L’Ucraina ha risposto con un'incursione di droni nell’aeroporto militare russo di Belbek in Crimea, dove sono stati distrutti due caccia Su-27 e la torre di controllo. Ma soprattutto i droni ucraini sono riusciti a raggiungere il Mar Caspio dove hanno colpito una piattaforma petrolifera e una nave da guerra russa, la 22460 “Okhotnik”, che pattugliava l’area. L’attacco non è il primo contro le infrastrutture di trivellazione russe nel Mar Caspio nelle ultime settimane, ma è il primo che l’esercito ucraino riconosce ufficialmente. L’Ucraina avrebbe anche fatto saltare un tratto del gasdotto “Asia centrale - Centro” nella regione di Volgograd e a riprova Ukrinform ha pubblicato le foto dell’ordigno posizionato sui condotti. Le autorità russe invece hanno parlato di un cedimento del terreno. Secondo il capo dei servizi segreti militari ucraino Kirill Budanov l’espansione russa non si fermerebbe all’Ucraina, ma ha l’obiettivo di attaccare l’Europa, iniziando dai Paesi Baltici nel 2027 e di «occuparli». L’affermazione, rilasciata in un’intervista alla stampa locale, trova contemporanea conferma nelle voci che arrivano dal lato Democratico negli Usa secondo cui Putin mirerebbe a conquistare tutti i Paesi ex sovietici. «L’intelligence ha sempre indicato che Putin vuole di più», ha dichiarato alla Reuters Mike Quigley, democratico della Commissione Intelligence della Camera. «Gli europei ne sono convinti. I polacchi ne sono assolutamente convinti. I baltici pensano di essere i primi».
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