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"Nessuna indagine sul governo": la sinistra inizia a esultare? Dalla Cpi subito una doccia ghiacciata
Ieri 06-02-25, 16:27
Non è stato avviato alcun fascicolo e non sarà aperta alcuna indagine nei confronti del governo italiano: lo precisano fonti della Corte penale internazionale come riportato dal Corriere della Sera. La presunta indagine di cui si è parlato nelle ultime ore avrebbe avuto al centro la vicenda del generale libico Almasri, nei confronti del quale è stato emesso un mandato di arresto internazionale e che l'Italia ha rimpatriato per ragioni di interesse e sicurezza nazionali. Le stesse fonti hanno spiegato che quella giunta alla Corte è solo una delle centinaia di denunce che arrivano alla Procura internazionale. Ma nessuna decisione è stata presa a riguardo. La denuncia era stata riportata dal quotidiano Avvenire e ricevuta dall'Ufficio del Procuratore, che poi l'ha trasmessa al cancelliere e al presidente del Tribunale internazionale. All'interno sono indicati i nomi di Giorgia Meloni, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi. Tra l'altro, i due ministri proprio ieri hanno riferito sul caso in Parlamento. L'atto in questione sarebbe stato trasmesso dai legali di un rifugiato sudanese che già nel 2019 aveva raccontato agli investigatori internazionali le torture che lui e la moglie avevano subito dal generale libico, quando entrambi erano stati imprigionati in Libia. Secondo la denuncia, "i rappresentanti del governo italiano non hanno provveduto a consegnare il generale Almasri alla Corte penale internazionale", ma avrebbero "abusato dei loro poteri esecutivi per disobbedire ai loro obblighi internazionali e nazionali". Mentre fonti della Corte smentiscono l'avvio di un'indagine, la sinistra è già partita all'attacco. "Non mi sorprende affatto che la Corte penale internazionale abbia aperto un'indagine nei confronti del governo italiano sulla vicenda Almasri - ha detto il leader del M5s Giuseppe Conte - perché il governo si è reso responsabile di aver sottratto alla giustizia internazionale un criminale, un boia, uno stupratore di bambini sul quale pendeva un mandato d'arresto". Simile il parere del deputato del Partito democratico Matteo Orfini, che ha parlato di un qualcosa di "inevitabile".
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