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"Non è di Sempio il ticket che lo scagionerebbe". Lui replica: "Invece è mio"
Oggi 23-10-25, 08:07
“Città di Vigevano. P.zza S.Ambrogio 2. Data e ora di fine sosta: 13.08 - 11:18. Importo: euro 1. Inizio parcheggio: 13.08.2007. Ora: 10:18”. L’alibi di Andrea Sempio, da 17 anni, è racchiuso in un piccolo foglietto di carta ben custodito, con data e tempi di un parcheggio che, però, non ha riferimenti a un numero di targa. «È mio, l’ho preso io quella mattina», ripete da sempre - e l’ha ribadito anche ieri a “Chi l’ha visto?” - l’indagato per concorso nell’omicidio di Chiara Poggi, ammazzata il 13 agosto 2007 a Garlasco. «No, potrebbe essere di chiunque», è l’ipotesi della Procura e di chi, come Massimo Lovati, ex avvocato del 37enne («È solo carta straccia», ha sempre ripetuto), dà poca importanza a quello scontrino (è stato uno dei punti di divergenza che l’ha portato al Sempio ha sempre sostenuto che la mattina del 13 agosto 2007 si trovasse a Vigevano, ma il tagliando portato come prova (era stato uno dei punti cardine dell’archiviazione del 2017 firmata dal gip Fabio Lambertucci) non ha mai convinto del tutto gli attuali pm di Pavia che stanno portando avanti la nuova inchiesta i quali, più che un un alibi, lo considerano come un elemento “sospetto”. Perché il documento era stato consegnato agli inquirenti un anno dopo il delitto - il 4 ottobre 2008 - quando il 37enne era stato interrogato per la seconda volta come persona informata sui fatti, e perché quella audizione particolarmente lunga (più di 4 ore: dalle 10.30 alle 14.40) e movimentata (Andrea avrebbe accusato un lieve malore in caserma, con tanto di intervento dell’ambulanza che però non era stato riportato a verbale) fu fermata più volte senza che ne restasse traccia nelle carte. «Quello scontrino è stato ritrovato da mio padre o mia madre sulla macchina qualche giorno dopo il fatto, quando io ero già stato sentito.Mia madre ha detto “per sicurezza teniamolo”, e i miei genitori hanno deciso di conservarlo - aveva poi messo a verbale l’indagato nel suo interrogatorio del 10 febbraio 2017 -. La seconda volta che sono stato sentito non avevo con me lo scontrino ma ho solo riferito ai carabinieri che lo avevo, sono stati loro a dirmi di andare a prenderlo. Mi sono quindi recato insieme a mio padre a casa dove l’ho preso e portato in caserma». Non solo. A destare altre perplessità tra chi indaga è stato anche- lo scorso aprile- l’atteggiamento della madre dell’indagato, che si è sentita male mentre veniva sentita nella caserma del Nucleo investigativo di Milano proprio in concomitanza con alcune domande (ma lei si era avvalsa della facoltà di non rispondere) sullo scontrino e sulla conoscenza di un suo amico, un ex vigile del fuoco di Vigevano: il sospetto degli inquirenti è che il 13 agosto 2007 la donna avesse incontrato l’amico invece di andare a far spese e riconsegnare l’auto di famiglia ad Andrea alle 9.50, in tempo per il viaggio a Vigevano. Anche perché, poi, c’è da considerare la strana intercettazione del 10 febbraio 2017: all’uscita dall’interrogatorio, mentre si confrontava con il padre in macchina, il 37enne aveva spiegato che «Ne abbiamo cannata una, io ho detto che lo scontrino è stato ritrovato dopo che ero stato sentito, tu hai detto che l’abbiamo ritrovato prima».Ora, dunque, un nuovo colpo di scena che rimette sotto i riflettori il famoso ticket («Se lui continua a usare quello scontrino va contro un muro: è falso», ha detto Fabrizio Gallo, il legale del suo ex avvocato Massimo Lovati) e l’alibi (che poi non sarebbe nemmeno un vero alibi visto che Chiara, secondo le sentenze che hanno condannato l’ex fidanzato Alberto Stasi a 16 annidi carcere, sarebbe stata uccisa tra le 9.12 e le 9.35) di Sempio.Il quale, però, non si nasconde. Anzi rilancia: «Sarebbe stata una cosa migliore - ha raccontato a “Chi l’ha visto?” -, se avesse destato sospetti all’epoca» in modo che le «autorità si mettessero a ricercare nelle telecamere della piazza di Vigevano se effettivamente c’era una ripresa di me quella mattina. Forse sarebbe stato meglio per me se avesse destato più interesse in quel momento: lo scontrino me lo hanno chiesto un anno dopo e di video non ce ne erano più».
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