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                                                Politica
                            Pd, Pina Picierno silura Franceschini: "Davvero è disposto a farlo pur di vincere?"
                                
                                17-09-2025, 14:31                            
                                                            "Io penso che Dario Franceschini sbagli lettura: il problema dell’Italia è la polarizzazione eccessiva che crea disaffezione al voto e alla partecipazione perché tutto viene percepito come uno scontro muscolare e identitario fra destra e sinistra. Dario nell’intervista a Repubblica sembra accettare questo schema come immutabile. Per me è la fine della politica. Ma davvero la modernità è mettere insieme tutto e il suo contrario? Il campo largo è fatto da forze che hanno differenze e ambiguità di fondo su temi fondamentali". Pina Picierno, in un'intervista rilasciata a Repubblica, punta il dito contro chi a sinistra ritiene che per battere Meloni si debba imbracciare la strada del populismo. "Davvero per vincere siamo disposti a cavalcare il populismo più sfrenato in una gara di eccessi con la destra? Oltretutto loro sono più bravi nella propaganda - ha specificato la dem - e noi rischiamo di appiattirci su posizioni e parole d’ordine che non sono le nostre, siamo distanti anni luce, non ci appartengono". [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44115529]] L'eurodeputata del Pd ha ammesso che le alleanze - come quella tra il suo partito e il M5s - "sono necessarie". Ma ha aggiunto anche che "nella chiarezza delle scelte e dei programmi. Prima serve un confronto serio innanzitutto con il M5S. Quanto al Pd, nasce per rappresentare una domanda di cambiamento e di riforme che nel Paese esiste. Pensare di delegare a una sorta di partito satellite l’elettorato moderato che chiede cambiamento e riforme significa decretare che il Pd delle origini non esiste più". Da qui la stroncatura del ragionamento di Dario Franceschini: "Sommare sigle per arrivare a un quoziente sufficiente per correre alla pari con i nostri avversari significa scambiare la tecnica elettorale con la politica. Che per carità è un’arte nobile, ma non basta. Il suo è un ragionamento tattico e un cedimento culturale. Si pensa di sostituire il bipolarismo, in Italia ormai consolidato, con il bipopulismo. Quando lui dice che ogni coalizione fa il pieno di voti nel proprio campo, sta cavalcando l’idea di fare la gara degli eccessi con la destra". [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44119003]]
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