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Perché il "vaffa" di Del Debbio è un capolavoro
29-03-2025, 10:46
Luca Bottura, bandiera europea d'ordinanza, nella bio di X ha una nuova qualifica di cui (evidentemente) va molto fiero: inventore ufficiale del termine “retequattrista”. Parliamo del neologismo col quale il giornalista, innamorato anche della scrittura satirica, vorrebbe identificare “qualcosa che non va bene” come una fabbrica di disinformazione, propaganda e magari, perché no, fake news. Tanto da essersi guadagnato un vaffa in diretta tv da parte di Paolo Del Debbio che, nel corso dell'ultima puntata della sua trasmissione Dritto e Rovescio è sbottato riservando un dritto (e pure un rovescio) al teorico Bottura e all'editorialista di Repubblica, ben più noto al pubblico del grande schermo, Massimo Giannini. Ma cosa aveva fatto questo Bottura, fino a oggi noto come conduttore radiofonico e autore di una satira politically correct, per far arrabbiare così il toscanaccio di Rete 4? Il Bottura, sul suo profilo X, ha pensato bene di elevare addirittura una sorta di peana a Romano Prodi per la tiratina di capelli che l'ex premier ha riservato alla giornalista di Quarta Repubblica, Lavinia Orefici. Una che, sebbene incolpevole persino agli occhi del maschio alfa Bottura, meritava comunque una lezioncina non in quanto donna o giornalista ma per far arrivare il messaggio a quelli dai quali era stata inviata: i retequattristi, ovviamente! Verga Bottura, col pennino intriso di curaro: «Prodi ha fatto benissimo. Era ora che qualcuno desse al retequattrismo la risposta che merita. Peccato solo sia toccato a chi esegue ordini e non alla ghenga che ha trasformato una gran parte del giornalismo italiano nella cinghia di trasmissione della produzione di odio». Quindi la povera Orefici agli occhi del Bottura caritatevole non meno di nonno Prodi, viene di fatto considerata al di sotto di ogni possibile dignità professionale, relegata al rango di “chi esegue ordini”. È evidentemente questa la considerazione che a sinistra hanno delle giornaliste che fanno domande scomode. Tesi, quest'ultima, abbastanza popolare persino tra i lettori di Bottura che – non certo tutti retequattristi – si chiedono in larga parte se ora quindi sia legittimo toccare i giornalisti che fanno domande scomode o, semplicemente, antipatiche alla lesa maestà del potente intervistato. Con tanto di plaudenti moralisti al seguito che certo, annotano gli stessi followers del conduttore radiofonico, «se lì ci fossero state Gruber o la Annunziata avrebbero reagito in maniera del tutto opposta». Una doppia morale talmente palese, quella emersa in questi pochi giorni di dibattito “ciocca a ciocca”, tale da mandare appunto su tutte le furie Paolo Del Debbio. I nostri maître à penser, però, non avevano considerato che dall'altra parte dello schermo c'è un certo Del Debbio, liberale, orgogliosamente figlio di partigiani, che quando c'è da pestare non si cura se la telecamera sia spenta o accesa. Lui quando c'è da mandare qualcuno a farsi benedire lo fa e basta. Tanto che un lettore sui social è arrivato a scrivere, a proposito di “retequattristi” o meglio di Del Debbio. «Erede di Emilio Fede, ma Fede riguardo agli ospiti, si limitava a storpiarne i cognomi, mentre Del Debbio invita solo quelli con cui può litigare. Sempre retequattrismo rimane». Ah sì? Allora cediamo la parola a lui, il conduttore di Dritto e Rovescio che all'indirizzo di Bottura si è rivolto con queste parole: «Il retequattrismo lo dica a sua sorella, capito? Non esiste il retequattrismo, se vuol dire che è qualcosa che non va bene, se lo tenga per sé, perché non gliene fotte nulla a nessuno». Quindi una menzione altrettanto colorita per «quel piccolo genio di Massimo Giannini il quale dice che è l'ora di rispondere a questo giornalismo come se lui fosse Letterman in Italia». «Ma andate a fare in culo!». Tanto da rendere necessario, per Bottura, mollare l'ironia e rifugiarsi sui numeri con la “sua” Splendida Cornice che ha sopravanzato di 300mila telespettatori la trasmissione di Rete 4. Risultato salutato da Bottura con un irriverente «ciao Paolino» e con un post a corredo presto scaduto addirittura nel bodyshaming verso il buon Del Debbio. Stuzzicato così dall'ennesimo leone da tastiera: «Il retequattrismo è interessante e fa incazzare il retequattrista ex grassone e mo stecchino ihihih».
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