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Politica
Quella mail anonima spedita ai giornali domenica mattina
Oggi 20-11-25, 09:16
Il “caso Garofani” inizia con una mail inviata domenica mattina, alle 13,24, da un indirizzo di posta intestato a stefanomarini@usa.com con destinatarie almeno altre tre redazioni di giornali. Nella missiva, un articolo di “Mario Rossi” che riporta alcuni giudizi, tutt’altro che equidistanti a livello istituzionale, pronunciati in pubblico, e captati da chi poi ha inviato la mail, da Francesco Saverio Garofani, consigliere per gli Affari del Consiglio supremo di Difesa, guidato da Sergio Mattarella. In un locale pubblico, nel corso di un incontro conviviale, Garofani si sarebbe lasciato andare a giudizi di natura politica. Argomento: come impedire a Giorgia Meloni di rivincere nel 2027 e, quindi, decidere l’elezione del successore dello stesso Mattarella sul Colle. «Speriamo che cambi qualcosa (...). Io credo nella provvidenza. Basterebbe una grande lista civica nazionale». A seguire, l’elenco dei possibili “salvatori della patria” in grado di creare un “nuovo Ulivo”: il solito Romano Prodi, ma anche Ernesto Ruffini, l’ex numero uno dell’Agenzia delle Entrate. Ma chi è Garofani? Romano, 63 anni, è quello che nella Prima repubblica si sarebbe potuto definire un esponente della “sinistra democristiana”. Giornalista, inizia a frequentare la politica nei giornali di area Dc. Prima La Discussione, poi Il Popolo, che dello Scudocrociato e del Ppi è stato l’organo di stampa ufficiale. È in quel giornale che Garofani cementa il rapporto con l’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che del Popolo è stato direttore tra il 1992 e il 1994. Garofani salirà di grado, nella gerarchia giornalistica, nel 1995, quando sotto la direzione di Gerardo Bianco diventerà direttore responsabile della testata. Ruolo che manterrà fino alla chiusura del quotidiano. Un primo salto Garofani lo compie nel 2006, quando conquista il seggio alla Camera con la casacca della Margherita. Quella che durerà appena due anni sarà la sua prima legislatura: ne seguiranno altre due - quella dal 2008 al 2013 e quella dal 2013 al 2018 - sotto le insegne del Pd. In quest’ultima esperienza, Garofani ricoprirà l’incarico di presidente della commissione Difesa. È qui che affina le competenze nel settore militare in nome delle quali Mattarella- presidente della Repubblica dal 3 febbraio 2015 - proprio nel 2018 lo chiama al Quirinale come consigliere per le questioni istituzionali per poi promuoverlo, nel 2021, consigliere per gli Affari del Consiglio supremo di Difesa, un ruolo che solitamente è ricoperto da un uomo con le stellette. Ieri al Corriere della sera Garofani ha affidato queste parole: «Sono molto amareggiato (...). Era una chiacchierata in libertà tra amici». Di cui esisterebbe, pare, anche un audio.
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