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"Terrorismo". Tesla bruciate a Roma, c'è una pista politica
Ieri 01-04-25, 08:42
Questo è «terrorismo». La sintesi è direttamente di Elon Musk commentando un post ad un l'articolo di Bloomberg. Per il patron della casa automobilistica elettrica- che ha rilanciato l'intervento sulla piattaforma X l'incendio contro le “sue” vetture nella Città Eterna è evidentemente un «atto di terrorismo». Stando alle prime ricostruzioni diciassette vetture Tesla sono state date alle fiamme all'alba tra domenica e lunedì in una concessionaria romana alle porte della Capitale. Sul posto, alle 4 di notte, sono accorsi gli uomini e i mezzi dei vigili del fuoco di Roma e Frascati per delimitare le fiamme ed evitare l'estensione dell'incendio che avrebbe potuto estendersi ulteriormente e provocare danni economici anche peggiori. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi: «Sicuramente», scandisce intervenendo alla trasmissione di Bruno Vespa Cinque minuti su Rai Uno, «le modalità con cui è avvenuto questo episodio», puntualizza in serata il titolare del Viminale, «la propagazione dell'incendio e alcuni altri elementi che sono anche questi al vaglio dell'autorità giudiziaria degli inquirenti, fanno abbastanza ritenere possibile che sia stata di matrice anarchica antagonista, che insomma è un mondo dove si erano già sollevate delle critiche e annunziate delle iniziative contrarie a questo gruppo imprenditoriale». Pure la sintesi di Matteo Salvini, vicepremier e alla guida del ministero dei Trasporti, è simile: «Manifestazioni violente, insulti, assalti e incendi. Troppo odio ingiustificato contro la casa automobilistica Tesla. La stagione dell'odio e delle guerre deve finire al più presto. La mia solidarietà a Elon Musk e a tutte le lavoratrici e i lavoratori minacciati e aggrediti», ha ribattuto sempre tramite X il vicepremier e segretario della Lega. Qualcosa sta montando: un allarmante moltiplicarsi (internazionale) degli attentati contro le vetture prodotte dall'avveniristica fabbrica di Musk. Se così non fosse, e si trattasse solo di “incidenti”, si potrebbe derubricare l'episodio ad un fatto di cronaca nera. Ma i diversi inneschi incendiari già individuati dagli esperti dei vigili del fuoco lasciano poco margine all'incidente casuale. La concessionaria presa di mira è quella di via Serracapriola in zona Torrenova (quadrante Suda Roma sulla consolare che da Roma porta a Frascati, zona ad alta densità di concessionari di tutte le marche. A “procedere” per portare avanti le indagini- a cominciare dalla raccolta delle telecamere di vigilanza della concessionaria e di quelle della zona perimetrale dell'area- sono stati allertati gli uomini della Digos della questura di Roma. Per il momento dagli uffici investigativi di Via di San Vitale si evita di commentare. La formula è la classica: «Stiamo lavorando a 360 gradi per far luce sulle cause del rogo». L'agenzia di stampa LaPresse rilancia già dal pomeriggio la possibilità che l'attentato sia da imputare ad «ambienti anarchici» che orbitano nella Capitale e che rivendicano connessioni con gli ambienti della contestazione di piazza. Emulando i “compagni” sparsi in mezza Europa. Nei primi momenti dell'incendio sono intervenuti gli agenti del commissariato Casilino e della Scientifica per i rilievi e la ricerca degli inneschi. Quello che le unità specializzate dei vigili del fuoco hanno accertato è la presenza di diversi punti di innesco. Le fiamme, infatti, sono divampate da più punti all'interno del parcheggio della concessionaria e direttamente sulle vetture. Evento che da una prima valutazione lascia ormai pochi dubbi sul fatto che si tratti di un atto premeditato. Un rogo violento - probabilmente dovuto all'ingente quantità di sostanze incendiarie utilizzate - al punto che rapidamente le fiamme hanno coinvolto anche la pensilina degli uffici della concessionaria che è andata quasi completamente distrutta nonostante l'arrivo repentino delle due autobotti. C'è da ricordare che questo incendio, il peggiore delle ultime settimane, fa seguito ad altri atti di vandalismo, (almeno quattro quelli avvenuti ai danni delle Tesla negli ultimi due mesi a Roma). C'è chi ha scritto sulla fiancata di alcune vetture Tesla “fuck Elon Musk”. Episodi registrati un po' in tutta Roma: a San Giovanni, in pieno centro e, due volte, a Ostia.
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