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Trump mostra all'Europa come si fa: terre rare e pace, perché Donald ha (già) vinto la sua sfida
01-03-2025, 18:03
Lo scontro nello studio ovale alla Casa Bianca e la successiva reazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky rappresentano una "vittoria" per Donald Trump, che ha mostrato all'Europa il suo modo di portare avanti una trattativa. Non con i guanti bianchi ma sbattendo in faccia all'alleato la verità, nuda e cruda, dei fatti. Nel corso dell'accesa discussione davanti alla stampa, sono emerse prospettive divergenti sulla guerra fra il leader ucraino e il presidente statunitense: Trump ha cercato di spingere Zelensky a trattare con la Russia per porre fine alla guerra, minacciando in caso contrario la fine del sostegno statunitense. Ma Zelensky non ne ha voluto sapere. A quel punto il tycoon lo ha accusato di giocare con la possibilità di una "Terza guerra mondiale". Il presidente ucraino, allora, ha ribattuto dicendo che "nessuno vuole la pace più di noi" e che il popolo ucraino ha subìto di gran lunga "le conseguenze peggiori della guerra". Ne è nato, dunque, un botta e risposta piccato che in poco tempo ha fatto il giro del web, gettando non poche ombre sul futuro e sul destino di Kiev. L'atteggiamento di Trump, però, sembra avere funzionato in qualche modo. Non c'è stata alcuna rottura. E lo stesso Zelensky, messo di fronte alla realtà di una guerra che è difficile portare avanti, ha capito che è necessario porvi fine in qualche modo, anche perché senza il sostegno degli Usa sarebbe davvero impossibile continuare. E così, in un tweet scritto già venerdì sera dopo l'incontro ha ringraziato ripetutamente il popolo e il governo statunitensi. Poi ha ribadito la propria gratitudine in un nuovo tweet sabato: "L'aiuto dell'America è stato fondamentale per aiutarci a sopravvivere, e voglio riconoscerlo. Nonostante il duro dialogo, rimaniamo partner strategici. Ma dobbiamo essere onesti e diretti l'uno con l'altro per capire veramente i nostri obiettivi comuni. È fondamentale per noi avere il sostegno del presidente Trump. Lui vuole porre fine alla guerra, ma nessuno vuole la pace più di noi. Siamo noi a vivere questa guerra in Ucraina. È una lotta per la nostra libertà, per la nostra stessa sopravvivenza, Stiamo parlando di una pace giusta e duratura: libertà, giustizia e diritti umani per tutti. Un cessate il fuoco non funzionerà con Putin. Negli ultimi dieci anni ha infranto i cessate il fuoco 25 volte. Una vera pace è l'unica soluzione". La differenza fra Trump e Zelensky sta nelle modalità di raggiungimento della pace: per il presidente americano sono necessarie delle trattative immediate basate sulla situazione sul campo di battaglia, mentre per il leader ucraino servono garanzie militari statunitensi ed europee prima di avviare negoziati con i russi. A tal proposito il primo passo è l'accordo sui minerali ucraini, che porterebbe a una spartizione dei proventi del loro sfruttamento fra Ucraina e Stati Uniti. A tal proposito, Zelensky ha assicurato che Kiev "è pronta a firmare l'accordo sui minerali, che sarà il primo passo verso le garanzie di sicurezza. Ma - ha aggiunto - non è sufficiente e abbiamo bisogno di qualcosa di più. Un cessate il fuoco senza garanzie di sicurezza è pericoloso per l'Ucraina. Sono tre anni che combattiamo e il popolo ucraino deve sapere che l'America è dalla nostra parte". Zelensky, insomma, all'angolo: ha messo nero su bianco di essere pronto a firmare l'accordo che era al centro del vertice finito in rissa. Lo scontro tra i due leader nello studio ovale ha suscitato delle reazioni anche in altri contesti. Il segretario generale della Nato Mark Rutte, per esempio, ha invitato Zelensky a ricucire con Trump e soprattutto a riconoscere i meriti degli Usa nei confronti di Kiev fino a questo momento. "Al presidente Zelensky ho detto: 'credo, caro Volodymyr, che tu debba trovare un modo per riparare i tuoi rapporti con Donald Trump e l'amministrazione americana'. Dobbiamo unirci, Stati Uniti, Ucraina ed Europa, per portare una pace duratura in Ucraina", ha spiegato alla Bbc. In Europa, invece, è stato il premier ungherese Viktor Orban a spingere per una trattativa con la Russia. In una missiva al presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, visionata dall'agenzia Dpa, ha sottolineato che l'Unione Europea dovrebbe seguire l'Amministrazione Usa, avviando colloqui diretti con la Russia per un cessate il fuoco e un accordo di pace in Ucraina.
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