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Usa: oltre 250 immigrati deportati in Salvador nonostante stop giudice
Oggi 17-03-25, 09:17
San Luis la Talpa (El Salvador), 16 mar. (askanews) - Nonostante l'ordine di un giudice federale di impedire temporaneamente le deportazioni, l'amministrazione Trump ha deportato centinaia di immigrati in El Salvador, presunti membri di una gang venezuelana, classificata come "organizzazione terroristica" da Washington, in base a una dichiarazione di guerra del 18esimo secolo (l'Alien Enemies Act del 1798). "Abbiamo inviato più di 250 stranieri nemici, membri di Tren de Aragua, al El Salvador che ha accettato di tenere nelle loro ottime carceri a un prezzo equo che farà anche risparmiare i dollari dei nostri contribuenti", ha scritto su X il Segretario di Stato Marco Rubio. Il presidente di El Salvador, Nayib Bukele, ha confermato sui social media che 238 membri della gang venezuelana Tren de Aragua sono arrivati nel Paese, insieme a 23 membri della gang internazionale MS-13. Il loro arrivo è avvenuto dopo che un giudice federale ha bloccato il presidente Trump dall'invocare una vecchia legge di guerra per giustificare le deportazioni. "Ops... Troppo tardi", ha scritto Bukele. Inviare presunti criminali da altri Paesi a El Salvador è un accordo che Rubio ha precedentemente definito come "l'accordo migratorio più straordinario e senza precedenti in tutto il mondo". Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in un post sui social media ha espresso la sua gratitudine al presidente salvadoregno Nayib Bukele per aver accettato centinaia di immigrati deportati dagli Stati Uniti. Il ringraziamento di Trump arriva dopo che la sua amministrazione ha annunciato di aver deportato più di 200 persone a El Salvador nel fine settimana, sostenendo che sono membri di Tren de Aragua, una gang originaria del Venezuela. Le deportazioni sono avvenute dopo che Trump ha invocato un'ampia autorità in tempo di guerra per accelerarle. Il post di Trump includeva un video che mostrava centinaia di migranti trattenuti e deportati su diversi aerei, seguiti dal loro trasferimento in autobus al CECOT, la prigione più grande delle Americhe, che è diventata un simbolo della dura repressione della criminalità in El Salvador.
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