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Violenza sulle donne no grazie
Oggi 22-12-25, 13:13
La violenza domestica è un tema molto delicato e purtroppo di grande attualità; dopo la Giornata contro la Violenza sulle Donne e i continui casi di cronaca, sempre in aumento, con 50mila donne uccise in un anno nel mondo, abbiamo chiesto un parere agli Avvocati Chiara Baiocchi e Martina Montanari, che si occupano prevalentemente di diritto di famiglia, impegnate da anni nella difesa dei diritti dei singoli e delle famiglie, che offrono assistenza legale su temi delicati come separazioni, divorzi, violenza familiare e di genere, codice rosso, affidamento e adozione, e diritto penale. Le due professioniste soventemente, tra l’altro, organizzano e svolgono la funzione di relatrici e moderatori in numerosi convegni, fra i quale vogliamo segnalare quello dal titolo come “Senza Consenso”, Immagini Rubate, Corpi violati, diritti negati e conseguenze psichicheper riflettere sulle nuove forme di violenza digitale e sulle loro profonde implicazioni umane, giuridiche e sociali, che si terrà in a Rimini in data 5 Dicembre 2025. “La violenza domestica non riguarda solo le percosse”-sottolinea l’Avv. Chiara Baiocchi-“si parla di violenza domestica quando una persona, all’interno di una relazione affettiva o familiare, esercitacontrollo, potere o abusosull’altra. Può essereviolenza fisica,psicologica,sessuale,economicaoverbale. Spesso inizia in modo sottile, con atteggiamenti di controllo o isolamento della vittima, e tende a peggiorare nel tempo”. Molte vittime fanno fatica a denunciare, perché? “Le ragioni sono complesse” risponde l’Avv. Montanari, “La vittima può provarepaura,vergogna,dipendenza economica o emotiva, oppure essere manipolata al punto da sentirsi colpevole. Spesso c’è anche la speranza che l’altra persona cambi. Inoltre, se ci sono figli o una rete familiare che non sostiene, la situazione diventa ancora più difficile”. Quali sono i segnali che possono far capire che si sta vivendo (o assistendo) una situazione di violenza domestica? “Alcuni segnali comuni sono: isolamento dagli amici e dalla famiglia; paura costante di “far arrabbiare” il partner; controllo su telefono, spostamenti o soldi; umiliazioni, insulti o minacce; presenza di lividi o lesioni non spiegate; cambiamenti di umore o perdita di autostima.” Inoltre”, continua l’Avv. Montanarii, “Anche i bambini che assistono alla violenza subiscono gravi conseguenze emotive. Si parla in questo caso d violenza assstita.” Che fare, quindi? “Il primo passo,” spiega l’Avv. Baiocchi, “ èchiedere aiuto. Esistonocentri antiviolenza,linee telefoniche gratuite(come il numero nazionale 1522 in Italia, attivo 24 ore su 24), eservizi socialiche offrono supporto psicologico, legale e logistico. È importante non affrontare tutto da soli e pianificare con attenzione l’uscita dalla situazione, per garantire sicurezza. Chi è testimone, poi, può svolgere un ruolo cruciale. È importantenon giudicarela vittima né forzarla a reagire, maascoltarla,offrirle supporto concretoeindirizzarla ai servizi competenti. In caso di pericolo immediato, bisogna contattare subito leforze dell’ordine.” Continuano le professioniste, “Nella società serveeducazione al rispetto e all’uguaglianzafin da piccoli, campagne di sensibilizzazione, formazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Inoltre, le istituzioni devono garantireprotezione, fondi e percorsi di recuperoper le vittime, ma anche programmi per chi pepreta violenza, per interrompere il ciclo. La violenza domesticanon è mai colpa della vittima. Uscirne è possibile, ma serve coraggio e supporto. Nessuno deve sentirsi solo:chiedere aiuto è un atto di forza, non di debolezza! La violenza non è mai un destino, ma un’ingiustizia da combattere con la conoscenza, la consapevolezza e la solidarietà”.
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