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Il caos del campionato libico in Italia, rissa e sfida scudetto rimandata: "Manca il Var"
11-08-2025, 10:38
Allo stadio Mino Favini di Meda è avvenuto di tutto, tranne il tanto atteso scontro per decretare il vincitore della Final six of Libyan Premier League 2024-2025 tra l’Ah Ahly di Tripoli e l’Al Hilal Benghazi, prima e seconda in classifica, distanziate da soli due punti. Il campionato di calcio libico si sta disputando in Lombardia, tra Milano e l'hinterland, dallo scorso 25 luglio: un evento che rientra nei più ampi accordi siglati due anni fa nell’ambito del piano Mattei tra il governo italiano e quello libico, con interessi legati al petrolio e al controllo dei flussi migratori. Tre gli stadi coinvolti: l’Arena Civica di Milano, il Breda di Sesto San Giovanni e proprio il Mino Favini di Meda. Finora, tra gare a porte chiuse e qualche scontro tra tifosi, la competizione è andata avanti. Fino all'ultima giornata, quella che avrebbe dovuto assegnare lo scudetto. I primi dubbi sono arrivati sabato pomeriggio: non si gioca. Dopo qualche ora, nella giornata di domenica, il contrordine: si scende in campo, tutto regolare. Ma in serata la nuova marcia indietro: “Manca il Var, quindi i presidenti delle due squadre hanno deciso di non giocare”. Sullo sfondo di questa già complicata vicenda, arricchiscono il tabellino di una partita che non ha mai avuto luogo: una rissa tra dirigenti negli spogliatoi al momento del rinvio, tifosi bloccati all’ingresso e intenzionati ad entrare nello stadio nonostante il match fosse a porte chiuse e una postazione Var con una sola telecamera anziché le consuete 8. “L’agenzia ha pagato oggi per il Var, ma è troppo tardi”, ha rimarcato Fawzi Jaouda, vicepresidente della Federazione calcistica della Libia. Alla fine, i più delusi sono i tifosi, arrivati dall'estero o da altre regioni italiane per provare ad assistere al match. La partita dovrebbe essere recuperata martedì 12 agosto, anche se molti di loro non potranno vederla: “Non siamo sicuri che si giochi veramente e difficilmente torneremo: molti di noi hanno investito molti soldi per essere qui”.
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