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L'appello di Martina Oppelli dopo il terzo no al suicidio assistito: "Fate una legge sul fine vita che abbia un senso"
Ieri 31-07-25, 15:44
"È il mio ultimo viaggio. Per tre volte mi è stato negato il suicidio assistito. Muoio in Svizzera dignitosamente. Ma perché dobbiamo affrontare viaggi assurdi? Il mio qui è stato uno sforzo titanico. Ho fatto di tutto per vivere, arrampicandomi sugli specchi. Rispettate ognuno di noi. Simone Weil scriveva ognuno ha il suo olocausto privato. Il fine vita capita a tutti prima o poi. Può accadere a 50 anni o a 120. Fate una legge che abbia un senso e che tenga conto di ogni dolore possibile. Il mio corpo negli ultimi due anni si è disgregato. A volte non ho neanche la forza di respirare. Per favore fate una legge che abbia un senso e che non discrimini nessuna situazione plausibile". Ha scelto di lasciarci il suo testamento spirituale in video Martina Oppelli, cinquantenne triestina, affetta da sclerosi multipla da oltre 20 anni, morta questa mattina in Svizzera, dove ha avuto accesso al suicidio medicalmente assistito. La notizia arriva dalla associazione Luca Coscioni. Il 4 giugno Oppelli aveva ricevuto il terzo no da parte della Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina in merito alla verifica delle condizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito. La donna è stata accompagnata in Svizzera da Claudio Stellari e Matteo D'Angelo, iscritti a Soccorso Civile, associazione per le disobbedienze civili sul fine vita di cui è rappresentante legale Marco Cappato.
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