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Mamme single, in Senato 43mila firme Ass.Coscioni per "PMA per tutte"
Oggi 19-09-25, 15:48
Roma, 19 set. (askanews) - Sono oltre 43 mila le firme che l'Associazione Luca Coscioni ha consegnato in Senato a sostegno della campagna "PMA per tutte", con cui cittadine e cittadini chiedono al Parlamento di modificare la legge 40/2004, ancora responsabile di gravi discriminazioni nell'accesso alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) nei confronti di donne singole e coppie dello stesso sesso. La normativa italiana continua infatti a costringere ogni anno centinaia di donne a recarsi all'estero con costi elevati e disuguaglianze legate soprattutto alle possibilità economiche. Nelle prossime settimane, dopo la consegna al Senato, le firme saranno depositate anche alla Camera, per mettere il tema formalmente a disposizione di tutti i parlamentari e sollecitare una proposta di legge. "Si tratta di un appello forte e chiaro di oltre 43 mila cittadini e cittadine ai parlamentari: chiediamo di modificare l'articolo 5 della legge 40, ed eliminare una discriminazione che priva migliaia di persone di diritti fondamentali", hanno dichiarato Filomena Gallo e Francesca Re, Segretaria nazionale e Coordinatrice della campagna PMA per tutte dell'Associazione Luca Coscioni. "Il Parlamento ha ora la responsabilità di agire, ma noi non ci fermeremo: continueremo anche nelle aule giudiziarie, come nel caso di Evita finito in Corte costituzionale, che ha ha rilevato che non vi sono ostacoli costituzionali alla cancellazione del divieto. Al deposito anche donne direttamente colpite dai divieti della legge. Tra loro Maria Giulia D'Amico, 31 anni, nata in Italia grazie alla PMA da madre singola prima dell'entrata in vigore della legge 40, oggi volto della campagna con l'affissione davanti ai Musei Vaticani che recita "Davvero ora non potrei nascere?". "Oggi io non sarei nata. La procreazione assistita deve essere un diritto anche per le donne singole. Lotto anche per mia madre, che non c'è più, ma che mi ha dato moltissimo. Io sono la prova vivente che questa possibilità non toglie nulla a nessuno, ma regala vita e amore. Ho avuto un'infanzia normale: non mi sono mai sentita privata di qualcosa o messa al mondo per atti di egoismo, come spesso si sente dire. Mi sono sempre sentita accolta. Oggi, invece, sono le istituzioni a farmi sentire un'eccezione, non permessa. Questa è una discriminazione non solo economica, ma anche sociale, perché in Italia non è consentito e quindi, quando torni dall'estero, vivi il senso di colpa per aver fatto una cosa considerata sbagliata". Alla luce anche della recente sentenza n. 69/2025 della Corte costituzionale, che ha ribadito la non obbligatorietà dell'attuale articolo 5 della legge 40 e il dovere del Parlamento di intervenire, l'Associazione Luca Coscioni continuerà a portare il tema nelle aule parlamentari, nei tribunali e nel dibattito pubblico.
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