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Cronaca
A Napoli è vietato morire a Natale e Capodanno
Oggi 26-11-25, 19:27
AGI - Quando il parto casalingo era una pratica diffusa, altrettanto diffusa era l'abitudine, quando il lieto evento avveniva nell'ultimo scorcio dell'anno, di registrare il neonato all'anagrafe nei primi giorni dell'anno. E così i registri comunali un po' datati contano una folla di nuovi cittadini ogni due gennaio. Poi con i parti sempre più assistiti anche questo piccolo escamotage per regalare un anno in più al nuovo nato è andato a finire. Toccherà rispolverarlo, almeno a Napoli ma non per i nati bensì per i morti. E non per strappare alla trista mietitrice l'illusione di un anno in più di vita, ma perché l'ufficio anagrafe a Natale e a Capodanno chiude. Solo che tenere un morto in casa, per quanto caro, diventa piuttosto complicato. Né si può pensare di scoraggiare amici e parenti invitandoli a resistere ancora, se il momento di andare è proprio arrivato. Troppo facile ricorrere al black humor in casi come questi, ma di divertente c'è ben poco se la denuncia viene da chi è del ramo e si troverà a dover immaginare una soluzione per far fronte alla chiusura dell'ufficio di Stato Civile. "In attesa dell'ordinanza sui fuochi d'artificio, sappiamo già una cosa: a Napoli sicuramente è vietato morire a Natale e Capodanno". Lo denuncia Gennaro Tammaro, inviando agli organi d'informazione la nota protocollata con cui l'amministrazione partenopea informa che l'Ufficio di Stato Civile per le comunicazioni di decesso sarà chiuso il 25 dicembre 2025 e il 1 gennaio 2026. "Ancora una volta - spiega il noto impresario funebre - il Comune di Napoli agisce non tenendo conto del fatto che i decessi difficilmente si programmano. Del resto, lo sanno tutti che è preferibile non morire nei giorni rossi in calendario. A Natale e Capodanno è giusto stare tutti a casa… compresi i morti". Le conseguenze della chiusura dell'ufficio Nella pratica, la scelta di chiudere l’Ufficio in questione si traduce nell'impossibilità di fare funerali nei tempi consueti se, ad esempio, il decesso dovesse registrarsi già nelle ultime ore del 23 e del 30 dicembre, stante la necessaria attesa delle 16 ore per poterlo poi dichiarare (atto necessario per poter poi proseguire con il rito funebre e con la tumulazione, l'inumazione o la cremazione). "Sono anni che denunciamo a fasi alterne tale situazione", ribadisce amaramente Tammaro. "L'amministrazione cittadina continua a credere, non sappiamo per quale logica, di poter gestire l'ufficio decessi come un qualsiasi sportello volto a ricevere documenti. Non è così, e il fatto che il Comune ci provi lo stesso ad ogni occasione diventa lesivo della dignità delle famiglie, già esposte a incredibile sofferenza, che in momenti così dolorosi devono affrontare anche una burocrazia a dir poco squinternata". Appello per soluzioni digitali "Ci rivolgiamo direttamente ai dirigenti e alle istituzioni, sperando non siano troppo presi dalla politica regionale: esistono strumenti digitali e organizzazioni del lavoro smart che permetterebbero di superare l'impasse della consegna fisica. C'è bisogno solo della volontà di voler cambiare le cose, che purtroppo ancora una volta non vediamo", conclude Tammaro.
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