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Cronaca
Antisemitismo, Fadlun: "Preoccupa l'escalation di casi". Barbareschi: "Gli artisti che boi...
Oggi 14-09-25, 14:09
AGI - È partita con i saluti istituzionali nei giardini del Tempio Maggiore di Roma la ventiseiesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, dedicata quest'anno al tema "Il popolo del libro". Un filo conduttore che richiama la centralità del libro e della parola scritta come strumenti di trasmissione della fede, della memoria e dell'identità ebraica. L'importanza dei testi religiosi "È una festa importante - ha sottolineato a margine il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun - che ricorda l'importanza dei testi religiosi non solo per l'ebraismo ma per l'intera civiltà, fondata sulla religione del libro. La comunità si apre alla città per mostrare il contributo secolare dato alla cultura di Roma e dell'Italia. Il popolo del libro mette al centro le regole morali e religiose contenute nella Torah. Ma siamo anche la comunità senza libri, perché non possiamo dimenticare la razzia nazista del 1943, quando venne rubata l'antica e preziosa biblioteca". Riscoprire le radici comuni Per il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, "la Giornata ci permette di riscoprire le radici comuni della civiltà europea, legate alla tradizione del Talmud, opera che educa all'etica e alla formazione. In un momento come questo significa anche testimoniare una solidarietà concreta, ricordando che il Ministero ha sostenuto la pubblicazione di una storia della comunità ebraica di Roma. Il messaggio più bello del Talmud è che educando un figlio si educano le generazioni future". Un legame profondo con la città di Roma è stato ribadito dal vicesindaco Silvia Scozzese: "La comunità ebraica è parte integrante della storia di Roma e ha dato un contributo fondamentale alla sua identità culturale e sociale. La collaborazione e l'integrazione con l'amministrazione e con tutte le componenti cittadine dimostrano che Roma è una città aperta, che vuole costruire fraternità e amicizia. Barbareschi, "la violenza non porta a nulla" A sottolineare l'attualità dello studio del Talmud è stato l'attore e regista Luca Barbareschi, protagonista del reading "Signori il Talmud!": "È impressionante pensare a come la storia si ripeta. Le parole, oggi più che mai, sono fondamentali per la crescita dell'individuo: la violenza non porta a nulla, esiste solo il potere delle idee. Siamo il popolo della parola, del libro", ha spiegato a margine dell'evento. Presenti tra gli altri Civita Di Russo, Vice Capo di Gabinetto della Regione Lazio, e Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma. Il programma della giornata prevede appuntamenti diffusi tra il Portico d'Ottavia, il rione Monti e Ostia Antica, con incontri, reading, lectio magistralis, musica e visite guidate alle sinagoghe e al Museo Ebraico di Roma. A chiudere, i festeggiamenti per i 15 anni della libreria Kiryat Sefer, madrina d'eccezione la scrittrice Lia Levi. La manifestazione gode del patrocinio della Regione Lazio e dell'Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e si conferma un'occasione di dialogo, conoscenza e convivenza, nonché un antidoto all'antisemitismo. Preoccupazioni per l'antisemitismo crescente "È innegabile che viviamo un momento molto difficile, con un'escalation di episodi di antisemitismo che non sono più soltanto verbali ma anche fisici. Pensiamo a Venezia o, ancora più grave, all'assassinio di Kirk negli Stati Uniti. Sono segnali che ci fanno capire come stiamo attraversando un periodo in cui si vuole eliminare il diritto alla parola e ad esprimersi", ha commentato Fadlun, "Siamo preoccupati, ma anche rasserenati dall'intervento del Ministero dell'Interno, che ha innalzato i livelli di protezione e consente alla nostra comunità di vivere nel modo più possibile ordinario - ha aggiunto interrogato sulle commemorazioni del prossimo 7 ottobre -. Abbiamo fiducia nello Stato e in ciò che sta facendo per difendere la nostra sicurezza. Il vaccino contro l'intolleranza è la cultura". Fadlun ha inoltre espresso solidarietà al ministro degli Esteri Antonio Tajani, definito in Aula "influencer prezzolato da Israele": "La violenza è anche verbale e va condannata con la stessa fermezza. Siamo vicini a chiunque subisca aggressioni, fisiche o morali". "Non possiamo tacere di fronte ai crescenti episodi di antisemitismo - ha spiegato Mollicone -. Gli episodi di violenza a Venezia dimostrano che non si può abbassare la guardia, la vigilanza non è mai troppa. Come ha sottolineato il ministro Piantedosi, nulla può giustificare episodi così gravi contro persone o simboli della comunità ebraica e dello Stato di Israele. Lo Stato italiano deve rispondere con fermezza. L'antisemitismo in qualunque sua forma è un oltraggio ai valori storici della Repubblica italiana". Parlando di cultura, il presidente della Commissione Cultura della Camera ha poi sottolineato l'importanza di contrastare i tentativi di censura nei confronti di Israele, non ultimo la proposta di boicottaggio di alcuni paesi in vista dell'Eurovision 2026: "Un conto è rispondere all'istanza umanitaria della popolazione di Gaza, come l'Italia ha fatto, unica nazione non araba a muoversi concretamente. Un conto è mistificare e falsificare la realtà, arrivando addirittura a censurare la presenza di Israele nelle competizioni culturali e sportive. Ci siamo già opposti pubblicamente a chi voleva annullare la partita Italia-Israele. Quella partita si è giocata, è stata una dimostrazione di sport e dimostra che ogni forma di obliterazione della cultura ebraica va respinta con decisione", ha concluso. "Bisognerebbe che tutti andassero a vedere cosa ha fatto Israele negli ultimi anni e cosa hanno fatto Hamas, Arafat o altri delinquenti. Chi non è contro le stragi? Io ho dei figli e non voglio aggiungere nessuna verità, ma la narrazione che viene raccontata è finta e sbagliata", ha osservato Barbareschi, che ha criticato i recenti appelli al boicottaggio culturale sia dagli attori che in vista di Eurovision 2026: "È stato orrendo quest'anno a Venezia vedere artisti che boicottano altri artisti. Questo è un segno di inciviltà e di imbecillità", ha concluso.
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