s
Estero
Appello di Biden e al-Sisi a Israele e Hamas: "Serve flessibilità per arrivare a un accordo"
24-08-2024, 07:38
AGI - Nuovo round di colloqui oggi e domani al Cairo per riuscire, in extremis, a raggiungere tra Israele e Hamas una tregua nei combattimenti e il rilascio degli ostaggi. Le delegazioni sono in arrivo nella capitale egiziana, in formato questa volta 'allargato', ma con la certezza della presenza dei protagonisti della trattativa, il direttore della Cia William Burns, il coordinatore per il Medio Oriente della Casa Bianca Brett McGurk, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, insieme ai leader di Egitto naturalmente e Qatar. Hamas non partecipa, come a Doha. Ma nonostante questo Washington ha riferito di "progressi" durante i colloqui al Cairo preliminari sempre al Cairo di questi giorni. Il presidente americano Joe Biden, che spinge per un accordo di cessate il fuoco, ha parlato telefonicamente con i leader dei due paesi arabi mediatori nei negoziati, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e l'emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad Al-Thani. Secondo l'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, l'obiettivo è quello di "portare avanti un accordo per liberare gli ostaggi" rapiti e portati a Gaza durante l' attacco senza precedenti da parte del movimento islamico Hamas il 7 ottobre sul terreno israeliano, che iniziò la guerra nei territori palestinesi. "Sono stati fatti progressi. Ora abbiamo bisogno che entrambe le parti si uniscano e lavorino per mettere in atto" un accordo, ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, affermando che le notizie secondo cui i colloqui erano "vicini al fallimento" sono inesatte. Al-Sisi e Biden sono però d'accordo che sia Israele che Hamas, in questa forse ultima fase, devono mostrare flessibilità. Le discussioni iniziate giovedì sono "di natura costruttiva" ha aggiunto Kirby che spera che questa dinamica "continui" nei "prossimi due giorni". Secondo una fonte egiziana vicina ai negoziati, ai colloqui parteciperebbero anche i capi dei servizi segreti egiziani e del Qatar. Sempre dall'Egitto arriva anche la notizia che l'incontro che si apre oggi sarà 'ampliato', "passo fondamentale per la formulazione di un accordo", ma sui nuovi attori in gioco ancora non si sa nulla. "Washington sta discutendo con i mediatori nuove proposte per colmare il divario tra Israele e Hamas", ha detto la fonte egiziana. Un funzionario del movimento islamico, Hossam Badran, ha detto venerdì all'Afp che l'insistenza di Netanyahu affinché le sue truppe rimangano in una striscia lungo il confine tra Gaza e l'Egitto, chiamata Corridoio di Filadelfia, riflette "il suo rifiuto di raggiungere un accordo finale". Hamas accetterà "nient'altro che il ritiro delle forze di occupazione (da Gaza), compresa Filadelfia", ha detto, e questo non fa presupporre nulla di buono e mette in dubbio l'ottimismo americano. Netanyahu afferma di essere determinato a mantenere le truppe israeliane in questa striscia di terra, di cui hanno preso il controllo a maggio, "per impedire un riarmo di Hamas", secondo il suo ufficio. A sua volta il movimento islamista insiste sull'applicazione allo stato attuale di un piano annunciato il 31 maggio da Joe Biden, che aveva accettato. Ciò prevedeva una tregua di sei settimane accompagnata dal ritiro israeliano dalle aree densamente popolate di Gaza e dal rilascio degli ostaggi, quindi, in una seconda fase, un ritiro totale israeliano dal territorio. Intanto i combattimenti proseguono, i raid israeliani si susseguono e il fronte Libano è sempre più infuocato. Un bombardamento israeliano notturno su una casa nella parte occidentale di Khan Yunis ha ucciso undici persone, tra cui quattro donne e quattro bambini, e ne ha ferite numerose altre, ha fatto sapere oggi la Difesa civile di Gaza. L'esercito israeliano invece ha affermato che nell'ultimo giorno le truppe israeliane hanno "eliminato dozzine di terroristi e smantellato dozzine di siti di infrastrutture terroristiche" in diverse aree. Per gli Stati Uniti, un cessate il fuoco a Gaza contribuirebbe a evitare un'escalation militare in Medio Oriente, dove l'Iran e i suoi alleati - Hamas e Hezbollah libanesi - accusano Israele di aver assassinato, a fine luglio a Teheran, l'ex leader di Hamas, Ismail Haniyeh, e minacciare di ritorsioni. Una soluzione più che auspicabile ma che dovrà passare sotto il fuoco incrociato di Israele e Hamas.
CONTINUA A LEGGERE
18
0
0