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Australia al voto, Albanese in rimonta grazie all'effetto Trump
Ieri 02-05-25, 12:28
AGI - L'Australia al voto per rinnovare i 151 seggi del Parlamento e scegliere il suo primo ministro. I sondaggi sembrano indicare che il premier uscente Anthony Albanese si avvi alla riconferma, primo caso di secondo mandato consecutivo negli ultimi due decenni. Ma le troppe previsioni sbagliate del passato obbligano alla prudenza. Albanese e il suo partito laburista (Alp) avevano strappato tre anni fa la maggioranza assoluta alla Coalizione Liberal-Nazionale (Lnp) di centro-destra guidata dal premier uscente Scott Morrison. Ora alla guida dell'opposizione c'è l'ex poliziotto Peter Dutton che dopo una fiammata iniziale ha progressivamente perso il terreno guadagnato sul leader laburista. Dopo le grandi speranze suscitate all'inizio del mandato, la stella Albanese si era progressivamente appannata. Ma un po' come accaduto in Canada, a ridare smalto al premier laburista è stato il presidente Donald Trump con la sua offensiva sui dazi. Così gli ultimi sondaggi danno i laburisti in vantaggio al 51,5% sulla Coalizione al 48.5%. Non abbastanza per far sentire Albanese tranquillo: "Ci sono molti elettori indecisi. Abbiamo una montagna da scalare", ha ammonito oggi. Chi è Albanese 'Albo', com'è chiamato, 62 anni, è stato il primo quasi italiano a prendere la guida del governo in Australia. Il padre Carlo, di Barletta, conobbe la madre Maryanne nel 1962, durante un viaggio da Sydney a Southampton su una nave della Sitmar in cui lavorava come steward. Fu un colpo di fulmine e la giovane rimaste incinta, ma le loro strade si separarono. Cresciuto con la madre, fervente cattolica e laburista, a Camperdown, vicino a Sydney, conobbe il padre che aveva creduto morto per molti anni solo dopo la scomparsa di Maryanne, in un commovente viaggio in Puglia mentre era ministro di cui parla spesso nelle interviste. In questi tre anni, il governo Albanese ha rispettato molti dei suoi impegni, per esempio sull'aumento dei finanziamenti per l'assistenza all'infanzia e dei salari dei lavoratori a basso reddito. Ma ha dovuto fare fronte a un'inflazione crescente. Il colpo più grande operò è stato nell'ottobre 2023 il fallimento del referendum che lui stesso aveva promosso per aumentare la rappresentanza dei popoli indigeni. In politica estera Albanese si è dimostrato un pragmatico di principi. È riuscito ad allacciare un rapporto meno teso con la Cina, ha sostenuto l'Ucraina di fronte all'invasione della Russia e ha cercato di mantenere una posizione equilibrata sulla guerra a Gaza, di fronte a una società sempre più polarizzata tra antisemitismo e islamofobia, tenendo ferma pero' l'opposizione al piano di Trump di svuotare la Striscia per farne un paradiso turistico. Alle elezioni Albanese ha promesso di: investire su energie rinnovabili, affrontare il peggioramento della crisi abitativa sostenere un sistema sanitario scricchiolante. Ha anche messo in guardia su "tagli e caos" che arriverebbero con il centrodestra. L'avversario Dutton Dal canto suo Dutton, prevede "molte sorprese" dalle urne. Ex poliziotto con una fama di duro, 54 anni, Dutton si è presentato con un programma che ricorda quello di Trump: tagli agli sprechi nella pubblica amministrazione, la lotta all'immigrazione irregolare e alla criminalità, attacchi alle energie rinnovabili impegno sull'energia nucleare. E tanto si sforzava di essere una copia del leader Usa da essere soprannominato 'Temu-Trump', dal nome del sito cinese di prodotti a basso costo Temu. Se stare sulla scia di Trump gli ha guadagnato inizialmente popolarità, il vento è cambiato da quando il presidente americano ha scatenato la sua guerra commerciale anche contro l'Australia. Dutton ha cercato di mantenere la linea sul programma e ha promesso tagli alle tasse, compreso ai prezzi della benzina, e una riduzione dell'immigrazione del 25%. Ma tra qualche gaffe e i contraccolpi dei dazi, la sua popolarità è precipitata. Alle elezioni si è iscritto un record di 18 milioni di persone, il 98,2% degli aventi diritto secondo la Commissione elettorale. Votare è obbligatorio e anche se le multe per chi si astiene non sono salate: 20 dollari australiani, pari a poco più di 10 euro. Il voto anticipato è iniziato il 22 aprile e oltre 500mila elettori hanno espresso la loro preferenza già il primo giorno. Quando domani apriranno i seggi, alle 8:00 ora locale, metà degli aventi diritto potrebbe già aver votato. Il conteggio delle schede inizierà alle 18:00 ora locale, le 10:00 in Italia.
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